Le stragi di mafia

Salvatore Baiardo arrestato per incastrare Berlusconi: i Pm si aggrappano all’ex gelataio

Mettere in carcere l’ex gelataio era l’unica maniera per non archiviare l’indagine sui mandanti delle stragi di mafia già finita più volte in un vicolo cieco

Giustizia - di Frank Cimini

17 Dicembre 2024 alle 17:00

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Salvatore Baiardo arrestato per incastrare Berlusconi: i Pm si aggrappano all’ex gelataio

Alla fine di una lunghissima tiritera portata avanti con una dedizione degna di miglior causa, dopo il no del giudice delle indagini preliminari ribaltato dal Tribunale del Riesame e conferma della Cassazione la procura di Firenze è riuscita a far finire in carcere Salvatore Baiardo accusato di favoreggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Ci sono anche l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra e la calunnia pluriaggravata ai danni del giornalista Massimo Giletti al quale l’ex gelataio avrebbe detto per poi negarlo a verbale di aver mostrato una foto che ritraeva Silvio Berlusconi insieme al generale Francesco Delfino e al boss Giuseppe Graviano.

La procura di Firenze, questa è la sostanza, si aggrappa a Salvatore Baiardo già condannato in passato per favoreggiamento dei boss mafiosi Graviano per non archiviare l’indagine sui mandanti delle stragi di mafia già finita in niente più volte in diversi casi dove resta unico indagato Marcello Dell’Utri dopo la morte l’anno scorso di Silvio Berlusconi. Baiardo è stato arrestato nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 dicembre nella sua casa di Trabia in provincia di Palermo. La speranza dei pm di Firenze è che Baiardo parli, ammesso e non concesso che abbia qualcosa da dire utile allo scopo dell’accusa, considerando che fino ad oggi sono state protagoniste solo chiacchiere e distintivi.

Baiardo avrebbe aiutato Berlusconi e Dell’Utri “a eludere le investigazioni, ponendo in essere plurime condotte commissive e omissive di un medesimo disegno criminoso attuato in tempi diversi volto a compromettere l’attendibilità di collaboratori di giustizia e a ricostruire i rapporti esistenti tra i citati Giuseppe e Filippo Graviano e gli indagati Berlusconi e Dell’Utri in modo difforme rispetto a quanto realmente accaduto”. La famosa foto che sarebbe stata mostrata a Giletti non è mai stata trovata nonostante le numerose perquisizioni. Ma i pm insistono: “Non sappiamo se la foto sia vera. In ogni caso la calunnia ha l’effetto di determinare una confusione a sua volta portatrice di agevolazione a Cosa Nostra. Se è vera è evidente che la smentita di averla mostrata al giornalista potenzialmente preclude l’accesso a un tassello importante per lo sviluppo investigativo sulle stragi del 1993 e su quella mai effettuata dello stadio Olimpico di Roma”.

“Se è falsa – sottolineano i pm nel ricorso poi accolto- l’aver mostrato una immagine falsificata alterata o comunque l’aver fatto credere alla sua esistenza a un giornalista di primo piano o averne avvalorato l’autenticità per poi smentirla finisce per sbalestrare le investigazioni minando anche la credibilità di una trasmissione di inchiesta potenzialmente dannosa per gli interessi di Cosa Nostra”. Ecco una procura che si preoccupa di salvaguardare la credibilità di una trasmissione dice tutto, sia sull’inchiesta, sia sul sistema mediatico giudiziario.

17 Dicembre 2024

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