La polemica
La macchina del fango sul matrimonio all’Archivio di Stato di Napoli: la vergognosa ‘caccia’ agli sposi
Ha scatenato un putiferio il ricevimento ospitato nella prestigiosa sede partenopea. Un evento organizzato alla luce del sole: se ci fossero stati eventuali illeciti, gli enti preposti provvederanno a chiarire i fatti (così come sta già accadendo). Nel frattempo, però, è scattata la gogna contro le famiglie dei neo marito e moglie. Non è bastato rispettare regole e protocollo e nemmeno pagare l'importo richiesto: sui giornali, sui social e in radio sono state pubblicate e pronunciate insinuazioni, identikit dei protagonisti e persino un video che ha mostrato i volti di chi ha partecipato alla festa
Editoriali - di Andrea Aversa
Un noto giornale online ha disegnato il profilo della sposa, scrivendone età, curriculum e professione. Peccato che non ne abbia pubblicato anche nome, cognome e numero del conto corrente. Un deputato, 24 ore su 24 in diretta social, intervenuto in una trasmissione radiofonica dove è di casa, si è rivolto alle famiglie degli sposi, facendo un identikit dei genitori di lui: “È la cosiddetta ‘Napoli bene’, il padre è un ingegnere, la madre fa la professionista“. Il conduttore radiofonico ha subito rilanciato urlando: “Bravi, perché voi potete fare tutto!“. Così, è stata subito emessa la sentenza: visto che stiamo parlando di famiglie benestanti, hanno il lusso di poter restare impunite di fronte a presunti illeciti.
Il tanto discusso matrimonio organizzato all’Archivio di Stato di Napoli
E quale sarebbe l’illecito? L’aver organizzato un matrimonio all’Archivio di Stato di Napoli, uno dei luoghi più prestigiosi della città spesso e volentieri aperto a mostre ed eventi. Le famiglie degli sposi hanno rispettato tutti i requisiti richiesti dalla direzione dell’Archivio. Per questo motivo sono stati autorizzati ad organizzare tra quelle storiche mura il tanto discusso ricevimento. Infine ma non ultimo per importanza, hanno pagato le cifre previste che hanno compreso il fitto degli spazi, gli extra per i dipendenti e un’assicurazione contro eventuali danni.
Il rispetto delle regole e la difesa dalle accuse
La Direttrice dell’Archivio ha risposto pubblicamente alle accuse che le sono state rivolte (più che accuse è sembrata una vera e propria ‘trappola’ sviluppata ad arte) ed ha provveduto ad inviare agli enti preposti le dovute documentazioni. E sarà chi di dovere a verificare che tutto si sia svolto secondo le regole. Quindi, delle regole c’erano e le famiglie protagoniste dell’evento le hanno rispettate. Ma tutto ciò non è bastato ad evitare la pubblica gogna e che si scatenasse contro di loro la classica macchina del fango. Tanto, sono persone ricche, possono essere ‘sputtanate’ senza problemi. È stato questo il pregiudizio di fondo.
La gogna e la macchina del fango contro gli sposi e le loro famiglie
Che cosa ha aggiunto alla notizia sapere vita, morte e miracoli degli sposi e delle loro famiglie, se non quel “gusto morboso nel mestiere di informare“, così come ha scritto e cantato Giorgio Gaber nella sua ‘C’e un’aria‘? Eppure l’evento è stato organizzato ed è avvenuto alla luce del sole, nessuno ha voluto nascondere nulla. Agli invitati non è stato vietato, ad esempio, di utilizzare i cellullari per fare video, foto e pubblicarle sui social. Invece, guarda caso, sempre il solito deputato, non ha esitato a postare sulla propria pagina Facebook un filmato che ha mostrato i volti delle persone presenti al matrimonio. Il modo giusto e corretto per dare in pasto all’opinione pubblica i ‘mostri’ che hanno preso parte al ricevimento.
La sfera privata
Siamo sicuri, ci accuseranno di esserci ‘venduti’ a queste persone della ‘Napoli bene‘. Magari di essere stati pagati e ‘corrotti’ da queste famiglie di professionisti. Ma è più forte di noi, non possiamo farci nulla: gli abusi, di qualsiasi genere, anche quelli denunciati quotidianamente dal deputato in questione, ci danno fastidio. E se ce ne sono stati in occasione di questo matrimonio, c’è chi ne risponderà. Per ora, l’unico abuso – molto evidente – è stato fatto contro la privacy di queste persone. E quella va sempre difesa, altrimenti vuol dire che ci siamo giocati ogni briciola di libertà. Compresa quella di organizzare un ricevimento.