L'ombra del Cremlino

Influenze russe sulle elezioni in Romania, scattano le perquisizioni: soldi e influencer per ribaltare il voto

Esteri - di Redazione

7 Dicembre 2024 alle 10:02

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Calin Georgescu
Calin Georgescu

L’onda lunga della clamorosa decisione della Corte Costituzionale romena di annullare l’esito del primo turno delle elezioni presidenziali tenute lo scorso 24 novembre, quando a sorpresa si era piazzato primo l’ultranazionalista filorusso Calin Georgescu, non si ferma.

Sabato mattina la polizia romena ha effettuato perquisizioni in alcune abitazioni collegate all’inchiesta sulle interferenze straniere che hanno portato ieri alla decisione della Suprema Corte. “Tre case nella città di Brasov”, nella Romania centrale, sono state perquisite “in relazione ai reati di corruzione di elettori, riciclaggio di denaro e falsificazione informatica“, ha dichiarato la procura in una nota.

Le interferenze russe sul voto

Le perquisizioni odierne sono il primo risvolto della mossa comunicata venerdì dalla Corte Costituzionale di annullare intero processo delle elezioni presidenziali” per “garantire la correttezza e la legalità del processo elettorale” dopo che l’intelligence romena aveva reso pubblici alcuni documenti secondo cui la campagna elettorale era stata oggetto di alcune “azioni russe ibride e aggressive”.

Secondo i documenti desecratati presi in esame dalla Corte la Russia sarebbe coinvolta nel tentativo di influenzare il voto romeno attraverso una campagna di propaganda online anti-occidentale a sostegno di Georgescu, in particolare sulla piattaforma social TikTok, ma nel mirino vi sarebbero anche presunte irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale di Georgescu e diversi tentativi di attacchi informatici ai siti web dello stato romeno nei giorni precedenti e nel giorno delle elezioni.

Una decisione, quella della Corte, arrivata a meno di 48 ore dal ballottaggio previsto tra Georgescu e la liberale Elena Lasconi, sindaca del piccolo paese di Campulung e su posizioni pro-Ue e Nato.

L’estrema destra e il “golpe”

Scontata la reazione di Georgescu, che ha denunciato quello che considera una forma di “colpo di Stato”. “La nostra democrazia è in pericolo”, ha dichiarato in un videomessaggio il 62enne ex alto funzionario, invitando a rimanere “fiduciosi nel nostro ideale comune” nonostante l’annullamento delle elezioni.

Grida al golpe il leader del principale partito di estrema destra, George Simion, alleato in Europa della Lega di Salvini, che definisce un “colpo di stato in piena regola” l’annullamento dell’intero processo elettorale per le elezioni presidenziali. “Ma non scenderemo in piazza. Il sistema deva cadere in modo democratico”.

Influencer e soldi russi

Nei documenti desecretata dell’intelligence romena si parla di una strategia messa a punto coinvolgendo influencer romeni “in carne e ossa”, e non i soliti “bot”, account falsi gestiti da intelligenza artificiale.

Il nome in codice dell’operazione era “Equilibrio”, è scritto nei documenti dei servizi segreti che hanno spinto la Corte Costituzionale ad annullare l’esito del primo turno di presidenziali.

Ruolo chiave lo hanno avuto una serie di account TikTok che, dietro un massiccio investimento in denaro proveniente dall’estero, per ora si parla di almeno 400mila euro, promuovevano la candidatura di Georgescu, clamorosamente in testa al primo turno nonostante nessun sondaggio lo rilevasse con un consenso così ampio.

Dietro la campagna messa in piedi per Georgescu, secondo l’intelligence di Bucarest, c’è “un attore statale” e non una “brava agenzia di marketing”. Gli influencer, come spiega Repubblica, sarebbero stati contattati da una società di sudafricana che si occupa di marketing online: pagati circa mille euro, i creators erano liberi di scegliere modi e tempi di pubblicare un video, che però avrebbero dovuto toccare alcuni argomenti cari alla campagna elettorale di Georgescu, dagli attacchi all’Ucraina e Zelensky alle tesi no-Vax.

di: Redazione - 7 Dicembre 2024

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