La guerra
Razzi di Hezbollah contro l’Unifil in Libano, quattro militari italiani feriti
Soltanto pochi giorni fa altri attacchi alle forze Onu nel sud del Libano, anche in quel caso erano stati attribuiti al 'Partito di Dio'. Le vittime non sono in pericolo di vita: In corso l'indagine sull'accaduto. Le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani
Esteri - di Redazione Web
Quelli che hanno colpito la base Unifil “dovrebbero essere due missili, da quello che si vede, lanciati da Hezbollah. Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo e così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione“, così “diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato“. Così Antonio Tajani a Torino. “Pare che nessuno abbia ferite gravi, si tratta solo di escoriazioni e un luogotenente pare abbia ferite leggere. Nessuno di loro è in pericolo” ma “è intollerabile quanto accaduto“. “Deve essere molto chiaro che questa organizzazione” di Hezbollah “non può pensare di giocare con le armi, se non le sanno usare decidano di fare altro. Lo dico con grande determinazione e fermezza, i militare italiani non si toccano“, ha ribadito il vicepremier.
“La situazione non è facile” ma i militari italiani “sono nei bunker e non ci sono feriti gravi, assolutamente, ma questo non significa che non si debba prestare la massima attenzione, anche se ci sono combattimenti in corso, nei confronti di forze che hanno garantito la separazione tra Israele e Hezbollah, sono forze di pace e non di guerra e proprio per questo motivo nessuno deve toccarle. Noi continueremo a lavorare perché possano svolgere sempre di più un ruolo di portatrici di pace. Noi siamo fieri e vicini a tutti i nostri militari che sono impegnati in Libano, sono la parte migliore del nostro Paese e sono vicino a tutti coloro che indossano l’uniforme e sono impiegati in missione all’estero“.
- Bombe al fosforo bianco sulla base Unifil, l’accusa a Israele
- Attacchi di Israele contro l’Unifil, l’Europa condanna dopo 4 giorni: Borrell bloccato da Ungheria e Rep. Ceca
- Netanyahu a Guterres e ONU: “Via UNIFIL dal Libano, soldati scudo umano di Hezbollah, sono in pericolo”
- Ancora un attacco all’UNIFIL: ferito un soldato in Libano, è il quinto in pochi giorni
Ancora un attacco alle forze UNIFIL nel sud del Libano, questa volta sono rimasti feriti quattro militari italiani. Si trovavano nella base colpita. Fonti di governo hanno fatto sapere che i quattro non sarebbero in pericolo di vita. In corso le indagini per stabilire la dinamica di questo successo. Soltanto pochi giorni fa le forze di pace erano state bersaglio di tre distinti incidenti in giornata, con quattro caschi blu ghanesi rimasti feriti. A colpire in quell’occasione erano stati i razzi di Hezbollah, il Partito di Dio sciita, alle prese con la guerra con Israele dopo quella esplosa nella Striscia di Gaza.
La tensione sull’UNIFIL si era alzata a inizio ottobre, nell’ambito dell’intensificazione dell’offensiva israeliana sul Libano, contro Hezbollah. In pochi giorni erano state ferite cinque persone tra operatori e soldati. “È giunto il momento di rimuovere l’UNIFIL dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah”, aveva dichiarato il premier israliano Benjamin Netanyahu in un messaggio diretto al segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. “L’Idf lo ha chiesto ripetutamente, e ha avuto ripetuti rifiuti, tutti volti a fornire uno scudo umano ai Hezbollah. Il vostro rifiuto di evacuare i soldati li rende ostaggi di Hezbollah”.
La stessa missione Onu in una nota aveva dichiarato che i lanci di qualche giorno fa erano probabilmente da attribuire ad “attori non statali”, cioè all’organizzazione filo-iraniana. Anche il ministero della Difesa aveva confermato. L’esercito israeliano aveva preso le distanze dall’accaduto. I quattro peacekeeper del Ghana feriti erano stati colpiti nella base Unp5-42, a est del villaggio di Ramyah. Cinque militari italiani erano stati portati in infermeria, le loro condizioni non destavano preoccupazioni.
Cos’è l’UNIFIL
UNIFIL sta per United Nations Interim Force In Lebanon (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite). Il suo obiettivo è quello di definire e garantire il rispetto del confine tra Israele e Libano. È stata istituita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 1978 – dopo la prima invasione del Libano da parte di Israele, scattata per gli attacchi da parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) – e più volte rinnovata. La missione fu istituita con la risoluzione 425 che impose a Israele il ritiro dal territorio libanese. Il secondo contingente più numeroso è quello italiano.