L'ex portiere
Buffon: “Non sono fascista, non sapevo che ‘boia chi molla’ fosse un motto di estrema destra”
Il più forte numero1 italiano di tutti i tempi e la politica. "Non sono fascista e neanche razzista, sono un anarchico conservatore. Credo profondamente nella libertà, e ho pagato un prezzo per questo"
Sport - di Redazione Web
Gianluigi Buffon non aveva “la minima idea che ‘boia chi molla’ fosse un motto neofascista”. Lo ha raccontato l’ex portiere della Juventus e della Nazionale, in una lunga intervista a Il Corriere della Sera, in occasione dell’uscita della sua autobiografia Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi, edita da Mondadori, e scritta con l’autore vincitore del Premio Strega con il romanzo Spatriati, Mario Desiati. Buffon dall’agosto del 2023 è capo delegazione della Nazionale italiana.
Nato a Carrara nel gennaio del 1978, ha vestito le maglie di Parma, Juventus e Paris Saint Germain. Ha vinto dieci campionati di serie A, uno di serie B, sei Coppe Italia, sette Supercoppe italiane, una Coppa Uefa, una Ligue 1 e una Supercoppa di Francia. Con la Nazionale maggiore ha collezionato 176 presenze, oltre alle 24 nelle giovanili, ed è stato campione del mondo nel 2006 e vice campione d’Europa nel 2012. Detiene ancora oggi il record di 974 minuti di imbattibilità della Serie A a girone unico. Si può definire, per quello che vale, senza troppi dubbi il portiere italiano più forte di sempre.
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Gianluigi Buffon e la politica
Diverse domande dell’intervista di Aldo Cazzullo sono dedicate alla politica: Buffon è stato più volte accusato o quantomeno accostato all’estrema destra. “Non avevo la minima idea che per qualcuno evoca Heil Hitler, essendo la H l’ottava lettera dell’alfabeto: per me voleva dire avere quattro palle”, ha detto a proposito di quando ha indossato la maglia numero 88 per giocare. Stessa storia per quanto riguarda il motto “Boia chi molla”: non ne sapeva nulla.
“Di sicuro non sono fascista, tanto meno razzista. Ho chiamato il mio primogenito Louis Thomas, che ora gioca attaccante nelle giovanili del Pisa, in onore dell’eroe della mia infanzia Thomas N’Kono. Sono stato l’unico europeo ad andare in Camerun per il suo addio al calcio: un ricordo stupendo”. Buffon si è definito “un anarchico conservatore. Carrara, la mia terra, è terra di anarchici. Credo profondamente nella libertà, e ho pagato un prezzo per questo. Abbraccio i giornalisti, ma non ho mai cercato la loro complicità. E i giornali, i social, contano molto nel nostro ambiente”.