Il conflitto
Missili Atacms all’Ucraina per colpire in Russia, Biden fa infuriare Trump (junior) e Mosca: “Vuole terza guerra mondiale”
L’ultima concessione all’alleato Volodymyr Zelensky rischia di generare un polverone internazionale. Il via libera dell’amministrazione americana di Joe Biden a Kiev, l’utilizzo dei missili a lungo raggio Atacms in territorio russo per colpire obiettivi militari, è una scelta che divide.
Una mossa che arriva dopo mesi e mesi di pressing ucraino su Washington, che però ha dato il suo ok soltanto a novembre, a due mesi dalla fine dell’amministrazione Biden e dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, il presidente eletto che sul sostegno alla causa ucraina la pensa molto diversamente dall’attuale inquilino della Casa Bianca.
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La reazione di Trump Jr
Se il presidente eletto non si è esposto personalmente sulla mossa di Biden, chi sulla questione non ha mancato di fare sapere il suo pensiero è stato il suo primogenito, Donald Junior, che su X, il social del grande sponsor e “presidente-ombra” Elon Musk, ha accusato Biden di voler “far partire la Terza Guerra Mondiale” prima che suo padre, presidente designato, “abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite”.
The Military Industrial Complex seems to want to make sure they get World War 3 going before my father has a chance to create peace and save lives.
Gotta lock in those $Trillions.
Life be damned!!! Imbeciles! https://t.co/ZzfwnhBxRh— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) November 17, 2024
Missili Atacms solo nel Kursk
Emergono poi nuovi dettagli sull’autorizzazione americana all’uso dei missili a lungo raggio Atacms. Secondo quanto riferisce il media Usa Axios, l’utilizzo dei missili è valido esclusivamente per colpire le forze russe e nordcoreane nella regione russa di Kursk, parzialmente sotto il controllo ucraino dallo scorso agosto nell’ambito della controffensiva di Kiev contro il Cremlino.
Una fonte informata ha spiegato ad Axios che la decisione di Biden è stata comunicata all’Ucraina circa tre giorni fa e che la motivazione alla base di questa decisione è quella di dissuadere la Corea del Nord dall’inviare altre truppe in Russia per la guerra contro l’Ucraina. I funzionari statunitensi sperano che, se le truppe nordcoreane a Kursk venissero colpite, Pyongyang potrebbe rivedere la decisione di inviare truppe in Russia e il contrattacco russo a Kursk fallirebbe.
La rabbia di Mosca
Da Mosca intanto è arrivata l’attesa reazione del Cremlino alla decisione dell’amministrazione Biden di autorizzare l’uso dei missili a lungo raggio in territorio russo. Per il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov la Casa Bianca continua a “gettare benzina sul fuoco e a provocare una maggiore escalation in merito al conflitto” in Ucraina.
Prima di Peskov si era già espresso Leonid Slutsky, presidente della Commissione Esteri della Duma. Per il fedelissimo di Putin “gli attacchi con missili Usa contro regioni russe porteranno inevitabilmente a una grave escalation che rischia di avere conseguenze estreme. L’amministrazione Biden lascia a Trump non solo il problema di risolvere la crisi ucraina ma anche quello di evitare uno scontro globale”.