I guai (risolti) del tycoon

Cosa succede ai processi di Trump dopo la vittoria alle elezioni: così da presidente risolverà i suoi problemi legali

Esteri - di Redazione

6 Novembre 2024 alle 16:57

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Cosa succede ai processi di Trump dopo la vittoria alle elezioni: così da presidente risolverà i suoi problemi legali

La clamorosa vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa, capace di trionfare in tutti gli Stati in bilico ma anche nel voto popolare, apre per gli Stati Uniti una situazione legale senza precedenti: per la prima volta il Paese si troverà ad avere un presidente eletto, l’insediamento a Washington è previsto il 20 gennaio del 2025, a serio rischio di condanna.

Il riferimento è al cosiddetto “caso Stormy Daniels”. Il 30 maggio scorso Trump venne dichiarato colpevole per tutti i 34 capi di accusa a suo carico: una giuria di Manhattan stabilì che il tycoon aveva falsificato documenti contabili della campagna elettorale del 2016 per nascondere l’esistenza pagamenti all’attrice di film porno Stormy Daniels, con cui Trump aveva avuto una relazione clandestina e che pagò tramite il suo ex avvocato tuttofare Michael Cohen affinché non rivelasse della notte di sesso avvenuto dieci anni prima.

La sentenza, rinviata per due volte, dovrebbe essere definita il prossimo 26 novembre: il giudice Juan Merchan aveva infatti accettato a spostare a dopo le elezioni presidenziali l’udienza in cui Trump rischiava fino a quattro di pena detentiva.

La vittoria elettorale di Trump potrebbe però aver risolto praticamente tutti i suoi problemi legali. Sulla vicenda Stormy Daniels i legali del presidente eletto chiederanno probabilmente un ulteriore rinvio e, se anche Merchan definisse la pena, gli avvocati del tycoon potrebbero chiederne la sospensione per garantire che il presidente possa svolgere i suoi compiti senza impedimenti.

I due processi per reati federali in cui Trump è coinvolto, quelli penalmente e politicamente più rilevanti, sono invece destinati ad essere archiviati. Due sono condotti dal consigliere speciale del dipartimento di Giustizia Jack Smith: si tratta di quello a Washington relativo all’assalto dei sostenitori trumpiani al Campidoglio del 6 gennaio 2021, in cui Trump è accusato di quattro reati (tra cui cospirazione) e rischia una pena fino a vent’anni di carcere, il secondo prevede invece 40 capi di accusa relativi alla sottrazione di documenti riservati conservati nella sua villa di Mar-a-Lago, in Florida.

Qui le modalità per sbarazzarsi dei problemi legali è “semplice”: giù durante la sua campagna elettorale Trump aveva annunciato che se rieletto avrebbe silurato Smith. Trump può farlo: una volta in carica da presidente, nominerà il nuovo procuratore generale che guiderà il Dipartimento di Giustizia, una sorta di ministro della Giustizia con poteri però più ampi. Sarà quest’ultimo a licenziare Smith, ma soprattutto a chiedere ai giudici incaricati dei processi di chiuderli.

Il terzo processo penale, di livello statale, è invece in Georgia: qui Trump è accusato di aver tentato di cambiare i risultati elettorali del 2020 con l’obiettivo di ottenere la vittoria e la Casa Bianca. Il processo è condotto dalla procuratrice distrettuale Fani Wills e il prossimo procuratore generale nominato da Trump non ha il potere di chiederne la chiusura, ma la causa è al momento ferma per un presunto conflitto di interessi della procuratrice.

In ogni caso i legali di Trump potranno chiederne l’archiviazione o la sospensione fino al termine del suo mandato sulla base del principio secondo cui gli interessi del Paese prevalgano su quelli di un singolo Stato.

di: Redazione - 6 Novembre 2024

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