Il ricordo e le polemiche
Vasco Rossi: chi era il padre “Carlino”, antifascista rinchiuso in un lager nazifascista: “Sono tornati”
Vasco Rossi manda in tilt il governo Meloni. Il rocker di Zocca spinge addirittura il sottosegretario alla Cultura, il turbomeloniano Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera noto alle cronache per aver scatenato una polemica anti-gender su una puntata del cartone animato Peppa Pig, a intervenire contro Vasco.
Ma di cosa è “colpevole” l’icona del rock italiano? Di aver ricordato il padre Giovanni Carlo Rossi, “Carlino”, scomparso il 31 ottobre del 1979, in un post sui suoi canali social.
Un messaggio in cui Vasco ha ricordato i due anni trascorsi in un lager nazista dal padre e, come in una sorta di dialogo col genitore scomparso prematuramente, “Carlino” morì a soli 56 anni per un malore mentre guidava il suo camion, commenta amaramente il ritorno dell’estrema destra al governo del Paese.
Vasco Rossi scrive così nel suo post dedicato al padre: “Il 31 ottobre del 1979 te ne sei andato piegato dalla fatica. Ricordo ancora il tuo mezzo sorriso, caro papà, dolce e gentile. L’altra metà te l’avevano portato via i due anni di lager nazista a Dortmund che avevi dovuto scontare per non esserti voluto piegare alla barbarie del Nazi-Fascismo”.
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Poi la parte più dura, che tira in ballo l’attuale governo Meloni e la sua matrice politica: “Non ci crederai ma sono tornati, lupi travestiti da agnelli, bulli, arroganti e le facce ghignanti. Con i loro deliri, i loro dileggi, la loro propaganda e la stessa ignoranza! Io resto orgoglioso di te! Viva Giovanni Carlo Rossi… Papà Carlino”.
Padre che Vasco aveva ricordato anche alcuni anni fa, raccontando la sua storia: “Durante la guerra, dopo l’8 settembre – scriveva il rocker – il Carlino Rossi era stato preso prigioniero dai tedeschi all’isola d’Elba e portato in Germania, in un campo di lavori forzati, uno di quei 600mila soldati italiani che non hanno accettato, per evitarlo, di combattere per i tedeschi contro i loro fratelli per la Repubblica sociale italiana”.
Parole di fuoco che spingono Mollicone ad intervenire sdegnato: “Caro Vasco, siamo tutti solidali e rispettosi della tua memoria familiare e condividiamo il senso profondo di questo tuo ricordo, ma con il tuo assurdo paragone oltraggi milioni di italiani che hanno dato fiducia a questo governo affermando un sillogismo falso e offensivo tra il passato che non passa e il presente che ci dà ragione”.