Cultura travagliata

Spano si dimette da capo di gabinetto del ministero della Cultura dopo 9 giorni, lascia dopo le anticipazioni di Report

Politica - di Redazione

23 Ottobre 2024 alle 15:45 - Ultimo agg. 23 Ottobre 2024 alle 16:42

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Alessandro Giuli e Francesco Spano
Alessandro Giuli e Francesco Spano

Continua a essere il Ministero della Cultura il dicastero che crea maggiori problemi al governo di Giorgia Meloni. L’ennesimo terremoto vede infatti coinvolto il Collegio Romano: con una lettera indirizzata al ministro Alessandro Giuli il suo nuovo capo di gabinetto, Francesco Spano, entrato in ruolo da appena dieci giorni, ha rassegnato le sue dimissioni.

“Con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarLe le mie dimissioni dal ruolo di Capo di Gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi. Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”, il testo della lettera resa nota dal Mic.

L’addio di Gilioli e l’arrivo di Spano al Mic

Spano aveva seguito Giuli dal Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma che Giuli guidava e in cui Spano era segretario generale, al Ministero della Cultura che la premier Giorgia Meloni aveva affidato all’”intellettuale di estrema destra” a seguito delle dimissioni del predecessore Gennaro Sangiuliano.

Una nomina lampo avvenuta il 14 ottobre dopo che Giuli aveva scaricato il predecessore di Spano, quel Francesco Gilioli con cui era “venuto meno il rapporto di fiducia”. Un allontanamento per motivi in realtà mai resi noti: si era parlato di Gilioli come della presunta “gola profonda” che i giornalisti avrebbero utilizzato per avere informazioni sull’affaire Sangiuliano-Boccia, il “rapporto di tipo affettivo” tra l’ex ministro della Cultura e l’imprenditrice di Pompei che stava per essere nominata consigliera per l’organizzazione di grandi eventi dal Mic.

Le dimissioni di Spano

La vita da capo di gabinetto di Spano al Mic è durata però meno di dieci giorni. Colpa delle anticipazioni di Report, il programma di inchieste di Rai3 che tramite il suo conduttore Sigfrido Ranucci aveva annunciato un servizio su un “nuovo caso Boccia, ma al maschile”, dove a essere coinvolti ci sono anche “alte cariche di Fratelli d’Italia”.

Giuli, che pure lo aveva voluto fortemente con sé al Collegio Romano, ha accettato le dimissioni pur scrivendo un comunicato in difesa del suo ex collaboratore.  Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del Capo di Gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore”, le parole del ministro.

Il ministro della Cultura nel pomeriggio, dopo avere risposto al question time alla Camera, si è poi recato a Palazzo Chigi.

Le indiscrezioni di Report su Spano

Secondo quanto riferisce Repubblica, al centro dell’inchiesta di Report su Spano vi sarebbe il rapporto tra l’ormai ex capo di gabinetto del Mic e suo marito, l’avvocato Marco Carnabuci. Quest’ultimo aveva ottenuto un contratto di collaborazione retribuita col museo dal 2018 al 2021, confermato nel 2022 da Spano arrivato al Maxxi con Giuli direttore

In particolare sarebbe stato reclutato dal Maxxi come consulente specialistico per la predisposizione del MOG (modello organizzazione di gestione) a 14mila euro trimestrali, nonostante il legame con Spano.

Il fuoco amico di FdI su Spano

Non solo. La nomina di Spano al Ministero era finita al centro delle critiche anche in Fratelli d’Italia. Spano era finito nel mirino dei media con l’accusa di aver finanziato, quando era direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), un’associazione Lgbtq poi finita al centro di un caso di favoreggiamento della prostituzione (Spano venne poi assolto dalla Corte dei Conti ma fu costretto alle dimissioni dall’Unar). All’epoca l’attuale premier Giorgia Meloni parlò così della vicenda: “Non un euro degli italiani devono essere utilizzati per pagargli lo stipendio”, disse riferendosi all’ormai ex capo di gabinetto di Giuli.

Che Spano non fosse il benvenuto era emerso chiaramente da chat interne di FdI pubblicate oggi dal Fatto Quotidiano. In quella romana con dentro 200 membri del partito, compresa Arianna Meloni, il coordinatore di Fratelli d’Italia del IX municipio di Roma Fabrizio Busnengo si rivolge così nei confronti di Spano: “Buongiorno, voglio segnalare il grosso malumore nel nostro partito per la nomina del pederasta Spano da parte del ministro Giuli (…) Spano ha posizioni ignobili sui temi Lgbtq”.

Parole indecenti che spingono il partito a una reazione immediata: Busnengo è stato prima escluso e poi costretto alle dimissioni dall’incarico a livello territoriale.

di: Redazione - 23 Ottobre 2024

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