Il copricapo all'UE
Kefiah vietata all’Europarlamento, Irene Montero: “Anche i genocidi sono vietati, Europa sostiene quello di Israele”
L'europarlamentare spagnola di Podemos: "Questa non è una crisi umanitaria, è un’invasione e un genocidio, questa è la barbarie ri-trasmessa in diretta e nessuno di voi potrà dire che non lo sapeva. A che cosa serve l’Europa?"
Cultura - di Redazione Web

Prima di parlare, via quella kefiah. “L’onorevole Montero può prendere la parola, ma prima deve togliersi la kefiah”, aveva dettato la vicepresidente del Parlamento europeo Christel Schaldemose, dei socialisti danesi. E l’eurodeputata spagnola di Podemos, costretta pur di prendere parte al dibattito in corso al Parlamento Europeo sul cessate il fuoco a Gaza e in Libano, ha reagito e rilanciato: “Dicono che le regole ci impongono di togliere la kefiah. Le regole vietano anche i genocidi e qui l’Europa ne sostiene uno”. Le vittime nella Striscia sono almeno 42.792 dall’inizio dell’operazione di Israele in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo Al Jazeera sono almeno 1.952 le persone uccise in Libano dall’intensificarsi delle operazioni di Israele.
Montero è intervenuta alla fine, ha chiesto “un embargo totale sulle armi a Israele” e di “rompere le relazioni” con lo Stato ebraico. Il copricapo lo aveva lasciato su una sedia vuota vicino al leggio. “Commissario, perché continua a dare appoggio ai genocidi? Questa non è una crisi umanitaria, è un’invasione e un genocidio. E se Europa smette di comprare e vendere armi ai genocidi e di permettere il traffico di armi, se si rompono le relazioni commerciali e l’accordo di associazione, Israele non avrebbe accumulato oltre 43mila persone assassinate a Gaza e più di mille in Libano.
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Il discorso di Irene Montero
“L’attacco alla missione di pace delle Nazioni Unite (si riferiva agli attacchi a UNIFIL, nel sud del Libano, che ha fatto intervenire anche il governo italiano, ndr) è un atto di guerra di Israele contro i Paesi Europei di fronte al quale comunque non hanno fatto nulla. Se chiamate genocidio il genocidio, se smettete di partecipare alla propaganda sionista dicendo che Israele ha diritto a difendersi, lo Stato terrorista di Israele dovrà allora smettere di abbattere scuole, ospedali, campi profughi, dovrà smettere di bombardare il Libano con il fosforo bianco e di bruciare vive le persone negli ospedali”.
Ad accusare Israele dell’uso di fosforo bianco, vietato dalle convenzioni internazionali nelle aree popolate da civili, è un rapporto redatto da uno dei Paesi che contribuisce alle forze di pace dell’ONU visionato dal Financial Times. Sarebbe documentato da foto e resoconti. “Commissario, questa è la barbarie ri-trasmessa in diretta e nessuno di voi potrà dire che non lo sapeva. A che cosa serve l’Europa? Se si lascia che si imponga il più forte schiacciando la dignità dell’umanità e anche la legalità internazionale. Voi potete attuare un embargo totale delle armi e rompere le relazioni con Israele. Se non lo farete sarete complici”.
Dicen que las normas obligan a quitarnos el pañuelo palestino. Las normas también prohíben los genocidios y aquí está Europa apoyando uno 👇🏼 pic.twitter.com/X2vjBBgITW
— Irene Montero (@IreneMontero) October 22, 2024
Cos’è la kefiah
La kefiah è il copricapo tipico utilizzato nel mondo arabo, simile ad altri copricapi utilizzati nel Medio Oriente. A differenza di altri però negli anni è diventato un simbolo della causa palestinese: nella seconda parte del Novecento era diventata molto utilizzata negli ambienti di sinistra, della controcultura o semplicemente in quelli solidali con la causa palestinese. Intessuta in cotone, spesso riporta una trama a scacchi. È tornata piuttosto in voga con l’esplosione della guerra in Medio Oriente, in solidarietà ai palestinesi della Striscia di Gaza, dove continua l’assedio dello Stato Ebraico scatenato dai massacri di Hamas nel sud di Israele.
L’etimologia del nome kefiah non è stata mai del tutto chiarita, potrebbe derivare dalla città di “Kufa”, in Iraq. Era utilizzata per proteggersi dal sole, dal vento e dalle tempeste di sabbia. Inizialmente veniva utilizzata da uomini, anzi dai beduini. Il suo uso tra i palestinesi si diffuse con la “Grande Rivolta Araba” del 1936. Successivamente cominciarono a utilizzarla anche le donne. Il leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) Yasser Arafat la indossava sempre. In Occidente è diventato anche un oggetto di consumo, e quindi a volte spogliato del suo significato politico, e anche un accessorio di moda.