Le indagini
Omicidio di Garzeno, possibile svolta sulla morte di Candido Montini: fermato un minorenne
Quando è trascorso quasi un mese dall’omicidio di Candido Montini, il 76enne ex consigliere comunale di Garzeno ucciso nella sua abitazione di Catasco, il 25 settembre scorso con diverse ferite da arma da taglio, per le indagini potrebbe essere arrivata una svolta.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Como hanno infatti disposto un fermo per omicidio volontario a carico di un 17enne che nella giornata di lunedì 21 ottobre era stato condotto in caserma per essere sottoposto ad interrogatorio. Secondo l’Ansa al sospettato i carabinieri sono arrivati attraverso i controlli incrociati del Dna trovato sulla scena del delitto, iniziati nei giorni scorsi su base volontaria.
Il giovane, originario della frazione di Catasco, dov’è avvenuto l’omicidio, è stato a lungo interrogato oggi nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Como e della Procura per i minorenni di Milano, guidata da Luca Villa.
Nei giorni scorsi, ricorda l’Agi, gli abitanti di Garzeno, piccolo centro di 600 anime in provincia di Como, erano messi in coda per sottoporsi al test del Dna da compararsi con le tracce biologiche lasciate sul luogo del crimine e sul coltello da cucina col quale è stato colpito Montini, ex consigliere e commerciante. L’anziano, come emerso dall’autopsia, aveva provato a difendersi dai venti fendenti scagliati contro di lui dal killer. I carabinieri avevano trovato il suo portafoglio vuoto poco lontano dalla casa e dal negozio.
La vittima, vedovo e padre di due figli, da qualche tempo era in pensione ma ogni mattina continuava a recarsi nella sua piccola bottega: nel paese era conosciuto da tutti, anche per la sua attività politica da vicesindaco in anni lontani nel Psi e come consigliere in tempi più recenti con la lista dell’attuale sindaco Eros Robba, che lo aveva definito “protagonista della storia del paese”.