Gli attacchi dell'IDF

Libano, Israele apre il fuoco contro le basi Unifil italiane. Crosetto: “Né errore né incidente, può essere crimine di guerra”

Esteri - di Redazione

10 Ottobre 2024 alle 15:19 - Ultimo agg. 10 Ottobre 2024 alle 18:17

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AP Photo/Hassan Ammar
AP Photo/Hassan Ammar

Anche l’Unifil, la missione dell’Onu nel sud del “Paese dei Cedri”, finisce sotto attacco. Almeno due militari del contingente indonesiano sono rimasti feriti nella base di Naqura dopo che nella mattinata di giovedì 10 ottobre un carro armato israeliano Merkava ha sparato contro una torretta di osservazione della base.

La torre è stata centrata e i due militari Onu sono precipitati a terra: le loro condizioni, come riferito da fonti mediche locali, non sono gravi. Nella stessa base di Naqura, scrive l’Ansa, alcune telecamere che si trovano negli avamposti italiani di due basi di Unifil sono state distrutte da colpi di armi portatili.

Israele attacca bunker di militari italiani

Ma l’esercito israeliano ha colpito anche una delle basi militari controllate dal contingente italiano, lungo la linea di demarcazione con il Libano. A riferirlo all’Ansa sono fonti dell’intelligence militare libanese, secondo cui Israele ha aperto il fuoco contro la base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità italiana, che nel sud del Libano schiera oltre mille militari.

Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, i colpi israeliani hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell’attacco, affermano le fonti, sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura.

Un casco blu dell’Unifil ha raccontato all’Ansa, in forma anonima perché non autorizzato a parlare con i media, quanto accaduto questa mattina nel quartiere generale di Unifil nella base di Naqura. “Non è possibile che sia stato un errore. Il carro armato ha puntato deliberatamente su di noi“, le sue parole.

Crosetto: “Non si tratta di errore o incidente”

Un raid che ha ovviamente provocato immediate reazioni politiche. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, per discutere di quanto accaduto in Libano.

In una dichiarazione Crosetto ha definito quanto accaduto in Libano “incidenti intollerabili” che “devono essere accuratamente e decisamente evitati”. “Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l’ambasciatore di Israele in Italia – continua la nota del ministro della Difesa italiano – Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l’inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell’Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il governo italiano, affinché i peacekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”, conclude Crosetto.

In una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio a Palazzo Chigi, Crosetto ha poi sottolineato che “Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele”, con particolare riferimento alle richieste dello stato ebraico di evacuare le basi Unifil nel sud del Libano.

Quanto all’attacco di oggi “non si tratta di un errore o di un incidente”, ha aggiunto il ministro della Difesa, spiegando che quanto messo in atto dall’Idf può essere considerato “crimine di guerra”.

L’Unifil: “Attacco deliberato”

Su quanto accaduto oggi al confine sud del Libano è ovviamente intervenuta la stessa Unifil. Nel resoconto fornito dalla Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite si legge che “due peacekeeper dell’Unifil sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava dell’IDF ha sparato la sua arma verso una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Le ferite sono non gravi, ma i due militari rimangono in ospedale. I soldati dell’Idf hanno anche sparato sulla posizione Onu (UNP) 1-31 a Ras Naqoura, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i peacekeeper e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione. Un drone dell’Idf è stato osservato volare all’interno della posizione ONU fino all’ingresso del bunker. Ieri, i soldati dell’Idf hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. Hanno anche deliberatamente sparato sull’UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”.

Una questione, quella dell’attacco “deliberato” delle truppe israeliane, confermato anche da Andrea Tenenti, portavoce Unifil: i soldati dell’Idf “hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione”. Hanno anche “deliberatamente sparato su UNP 1-32A”, una base “dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”.

L’Unifil ha poi ricordato  “all’Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà dell’Onu e di rispettare l’inviolabilità dei locali dell’ONU in ogni momento. I peacekeeper dell’Unifil sono presenti nel Libano meridionale per supportare un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di sicurezza. Qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”.

Durissima anche la reazione di Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera. “Un’altra linea è stata pericolosamente superata in Libano: i colpi delle Idf sui peacekeeper dell’Onu la cui localizzazione è nota. Condanniamo questo atto inammissibile, per il quale non c’è giustificazione. L’Ue ribadisce il suo pieno sostegno all’Unifil, alla sua missione e alle sue truppe autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, le parole del commissario uscente.

di: Redazione - 10 Ottobre 2024

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