Il tour "Autoritratto"
Renato Zero: “Canto per tre ore, non come chi fa un paio di canzoni e via, gli insulti omofobi? Incitamenti”
Dirigerà da regista un film che ha scritto. "Non c’è una censura scritta, ma silenziosamente c’è questo filtro, una volontà istituzionale di mantenere il Paese all’oscuro della cultura"
Spettacoli - di Redazione Web
Anche regista Renato Zero, sta scrivendo un film che sarà lui stesso a dirigere. Lo ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera. È in tour, con una quarantina di date di “Autoritratto”, partito a primavera, durerà fino a metà novembre. Ogni volta tre ore di musica. “Canto tre ore abbondanti, non come alcuni che fanno un paio di canzoni e via … ”.
A 74 anni, all’anagrafe Renato Fiacchini, dopo 33 album in studio, sette registrati dal vivo, cinque raccolte ufficiali. “Senza arrivare a parlare di testi letterari, credo di aver descritto, come Zappa, Dylan o Cohen, movimenti e modificazioni della società. Ho messo a fuoco il tragitto esistenziale di Renato Zero ma anche quello degli italiani”. Ha venduto oltre 50 milioni di dischi in Italia, più di quattro in tutto il mondo. Eppure non ha smesso di scoprire.
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Con il suo ultimo tour, per esempio, che se non ha suonato molto al Sud è stato per una carenza di strutture. “La musica e l’intrattenimento sembrano dare fastidio al processo evolutivo. Non c’è una censura scritta, ma silenziosamente c’è questo filtro, una volontà istituzionale di mantenere il Paese all’oscuro della cultura”. E a proposito di censura, non ha risparmiato una considerazione sull’atteggiamento delle autorità contro le manifestazioni di protesta. “Un certo potere usa la forza pubblica non come deterrente, ma come spauracchio. Il popolo è sovrano, ma se alla sovranità togli l’azione diventa un cartone animato. E lo dico da figlio di un poliziotto”.
Zero non dimentica certe difficoltà degli inizi, gli insulti omofobi che non riceve più ma che fanno parte del suo percorso umano e professionale. “Quelli degli esordi erano incitamenti: se superi quella volgare certificazione farai strada. Allora mi fermavo a parlare con questi ragazzi di borgata. Capivano che volevamo la stessa libertà e alla fine mi dicevano ‘ecco il nostro numero di telefono, se qualcuno te dà fastidio chiamace’”.