"Il Principe"
Francesco De Gregori: “Fuggo dai talk show, il ricordo di mia moglie mi fa superare il dolore della sua morte”
Torna sul palco "Il Principe" della canzone italiana. "Quando rileggo certi testi mi dico: ma come facevo? Sì, è vero, la spregiudicatezza aiuta, ma credo che sia l’età: più si cresce e più si diventa selettivi e meno creativi"
Cultura - di Redazione Web
A casa sua, Francesco De Gregori: “Amo le partite di calcio, i vecchi film e seguo i notiziari. Assolutamente fuggo dai talk show. Che altro rimane? Poca roba. Per me la tv è uno strumento per andare al cinema stando a casa”. Lo ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera “Il Principe” della canzone italiana. Una carriera lunga più di cinquant’anni, tanti successi e tanti album che hanno segnato la storia della musica leggera. E che riporterà in maniera inedita in concerto.
Si chiama Nevergreen questo suo nuovo giro, ovvero delle “Perfette sconosciute”, delle canzoni minori della sua discografia raramente proposte dal vivo. Saranno concerti per soltanto 200 spettatori a sera. “Non ho nessuna intenzione di punire Generale o Rimmel, e nemmeno Buonanotte fiorellino. Ci saranno anche quelle, ma non più di quattro o cinque”. Partirà dal teatro Out Off di Milano il prossimo 29 ottobre. Anche un’occasione per riflettere su come e quanto sia cambiata la sua ispirazione negli anni.
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“Se ripenso a com’ero allora come autore mi spavento, scrivevo cose oggettivamente belle, o se non altro ispiratissime, con una rapidità che oggi mi sogno di avere. Quando rileggo certi testi mi dico: ma come facevo? Sì, è vero, la spregiudicatezza aiuta, ma credo che sia un processo legato all’età: più si cresce e più si diventa selettivi e meno creativi. È inevitabilmente così. Non c’è niente di male, l’importante è saperlo e anche confessarlo senza tanti problemi, soprattutto evitare di fare la copia di sé stessi pur di pubblicare qualcosa a tutti i costi”.
A 71 anni, l’anno scorso, De Gregori ha perso la moglie Alessandra “Chicca” Gobbi, morta a 71 anni. “Mia moglie è stata una presenza continua per 50 anni. Siamo stati padre e madre, sorella e fratello, madre e figlio, amanti, sposi, quindi si può ben capire quanto possa essere grande per me il senso di perdita. Il nostro era un rapporto sostanziale, spirituale, intellettuale, fisico. Sennò non saremmo durati mezzo secolo insieme. Oggi come oggi la sento comunque presente nella mia vita. È presente nel ricordo, è presente in tutto quello che abbiamo fatto insieme e questo ricordarla mi aiuta a superare la parte lancinante del dolore”.