L’astensione della vergogna.
Stop dell’ONU alle colonie israeliane in Cisgiordania, ma l’Italia si gira dall’altra parte
La risoluzione è stata approvata con 124 voti favorevoli, 14 contrari e 43 astenuti. Tra i contrari ci sono stati in particolare gli Stati Uniti, il principale alleato internazionale di Israele, mentre l’Italia si è astenuta.
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Palestina, l’astensione della vergogna. “Occorre fermare il genocidio in atto – aveva sottolineato il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, Riyad al-Maliki in un accorato appello lanciato dalle pagine de l’Unità – prima che la Palestina sia cancellata e il suo popolo annientato”. La risposta del governo italiano è venuta dal Palazzo di Vetro.
Risoluzione dell’Onu non vincolante
Mercoledì l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione non vincolante in cui ha chiesto che Israele si ritiri entro un anno dalle colonie nei territori palestinesi occupati, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. La risoluzione è stata approvata con 124 voti favorevoli, 14 contrari e 43 astenuti. Tra i contrari ci sono stati in particolare gli Stati Uniti, il principale alleato internazionale di Israele, mentre l’Italia si è astenuta. La risoluzione, che mira a rendere esecutivo il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del luglio 2024, «esige che Israele ponga fine senza indugio alla sua presenza illegale nei Territori Palestinesi Occupati, che costituisce un atto illecito di carattere continuativo che comporta la sua responsabilità internazionale, e che lo faccia entro 12 mesi dall’adozione della presente risoluzione».
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Inoltre, si chiede che Israele «adempia senza indugio a tutti i suoi obblighi legali in base al diritto internazionale», compresi quelli stabiliti dalla Corte Internazionale di Giustizia, tra i quali il ritiro o di tutte le forze militari dai Territori Palestinesi Occupati, incluse quelle aeree e marittime. Si chiede poi la fine di «pratiche illegali», con lo smantellamento dei vecchi insediamenti e lo stop alla costruzione di nuovi, l’abrogazione di tutte le leggi che conferiscono uno status diverso (e inferiore) ai palestinesi e che intendono modificare lo status quo dei luoghi sacri. Si chiede quindi la restituzione delle terre sottratte e dei beni sottratti a partire dal 1967, la possibilità per tutti i palestinesi sfollati di far rientro nelle proprie terre e la riparazione dei danni creati dall’occupazione alle persone fisiche e giuridiche.
L’Assemblea intima poi Israele di «adempiere immediatamente agli obblighi di diritto internazionale indicati nelle rispettive ordinanze di misure provvisorie della Corte Internazionale di Giustizia nel caso relativo all’applicazione della Convenzione sulla Prevenzione e Punizione del Crimine di Genocidio Sudafrica contro Israele) in relazione al diritto del popolo palestinese nella Striscia di Gaza di essere protetto da tutti gli atti che rientrano nell’ambito degli articoli II e III della Convenzione». La risoluzione invita inoltre gli Stati a rispettare i loro obblighi in conformità con la legge internazionale, in particolare aiutando a promuovere il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi, non riconoscere come legale e legittima l’occupazione israeliana della Palestina né aiutarla in alcun modo, per esempio interrompendo l’importazione di prodotti provenienti dalle colonie. Si chiede inoltre di non riconoscere nessuno dei cambiamenti fisici, istituzionali o demografici attuati da Israele nei Territori Occupati dopo il 5 giugno 1967.
Risoluzione ONU: l’astensione dell’Italia
L’Italia si è astenuta, mentre diversi Stati europei (tra questi Spagna, Francia, Portogallo, Danimarca e Svezia) hanno votato a favore. Ungheria e Repubblica Ceca, invece, hanno votato contro. Commenta in un post Beppe Provenzano, parlamentare e responsabile esteri nella segreteria nazionale del Partito democratico: “L’ennesima ignavia #astensione dell’Italia all’#Onu, fuori dal mandato del Parlamento. Le pronunce della JCJ vanno rispettate, l’occupazione israeliana dei Territori palestinesi deve finire. Non si possono minare i pilastri del diritto internazionale”. “L’Italia si astiene ancora una volta, all’Onu, su un voto per mettere fine all’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Che vergogna! – gli fa eco il presidente del Movimento5stelle, Giuseppe Conte – Continuiamo a girare la testa dall’altra parte di fronte a una occupazione illegale, allo stesso modo in cui rimaniamo indifferenti alla barbarie a Gaza, con il massacro di oltre 40mila civili”.