La malattia
Che cos’è la bronchiolite, i sintomi nei neonati, nei bambini e negli adulti: la polemica su farmaco e vaccino
La questione in merito alla diffusione gratuita o meno da parte del governo del rimedio alla patologia
Salute - di Redazione Web
La possibilità che il farmaco e il vaccino contro la bronchiolite possano essere a pagamento, ha scatenato la furia delle opposizioni e delle amministrazioni locali. Dal Ministero della Salute hanno provato a spegnere l’incendio: “Retromarcia del governo sull’anticorpo monoclonale Nirsevimab contro la bronchiolite? Il governo, in particolare il ministro Schillaci, non ha fatto retromarcia, perché di fatto la prevenzione è un asse portante della sua politica sanitaria. In merito, nello specifico, al virus respiratorio sinciziale, il direttore della Programmazione Cicchetti ha emesso una nota che di fatto diceva il vero, perché stabiliva la verità e raccontava alle Regioni cosa dovevano fare. Sicuramente però questo non significa che il ministro della Salute non voglia garantire a tutti, in maniera equa ed universale, la possibilità di avere chiaramente a disposizione l’anticorpo monoclonale e in questo senso ci stiamo attivando“.
Che cos’è la bronchiolite
Ha risposto così Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, interpellata sul tema dalla Dire oggi a Roma a margine dell’incontro dal titolo ‘Fare prevenzione: programmare, pianificare, proteggere nell’appropriatezza‘, organizzato presso l’Auditorium ‘Cosimo Piccinno’ del dicastero di Lungotevere Ripa, 1. “Tra pochi minuti vedremo l’Aifa– ha fatto sapere la dottoressa Campitiello– che è stata convocata dal Capo di gabinetto, per risolvere in maniera rapida il problema. Non sappiamo in che modalità, se magari il monoclonale cambia fascia e diventa gratuito o troveremo una modalità alternativa, ma l’obiettivo del ministro Orazio Schillaci è garantire una salute equa a tutti, a maggior ragione ai neonati. Il farmaco sarà gratuito per tutti i bimbi in tutta Italia con le tempistiche necessarie, ma ce la stiamo mettendo tutta per farlo nel minor tempo possibile“.
I sintomi nei neonati, nei bambini e negli adulti
Interpellata infine sulla possibilità di inserire il monoclonale Nirsevimab nel calendario vaccinale, la capo del dipartimento della Prevenzione ha risposto: “Intanto dovrebbe cambiare nome, dovrebbe chiamarsi ‘Piano di immunizzazione’ e chiaramente questo richiede tutta una burocrazia, anche con dei passaggi in Conferenza Stato-Regioni, che possiamo immaginare di pensare di fare, ma che varrà chiaramente per l’anno prossimo. L’intento del ministro Schillaci– ha ribadito Campitello in conclusione- è dare una risposta rapida ai neonati e soprattutto alle mamme, che sono in ansia in tutte le Regioni“. Secondo l’ospedale pediatrico Bambin Gesù, la bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno soprattutto nei primi 6 mesi di vita con maggiore frequenza tra novembre e marzo. La fase di contagio dura tipicamente da 6 a 10 giorni. Fattori che aumentano il rischio di maggiore gravità sono la prematurità, l’età del bambino (inferiore a 12 settimane), le cardiopatie congenite, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, le anomalie congenite delle vie aeree e le immunodeficienze.
Il vaccino e il farmaco per la bronchiolite
Generalmente inizia con febbricola e rinite, infiammazione delle alte vie aeree; successivamente possono comparire tosse insistente, che si aggrava gradualmente, e difficoltà respiratoria – più o meno marcata – caratterizzata da un aumento della frequenza respiratoria e da rientramenti al giugulo/intercostali. Il più delle volte si risolve spontaneamente e senza conseguenze. Tuttavia, in alcuni casi, può essere necessario il ricovero, specialmente al di sotto dei sei mesi di vita. In bambini così piccoli è spesso presente un calo dei livelli di ossigeno nel sangue e può osservarsi una disidratazione causata dalla difficoltà di alimentazione e dell’aumentata perdita idrica determinata dal lavoro respiratorio. Inoltre, nei pazienti nati prematuri o di età inferiore alle 6 settimane di vita, è aumentato il rischio di apnea, episodio di pausa respiratoria prolungata, e vanno pertanto controllati i parametri cardio-respiratori. Generalmente la malattia è benigna e si risolve spontaneamente in circa 7-12 giorni.