Scissione al centro
Marattin lascia Italia Viva, strappo con Renzi dopo l’apertura al “campo largo”: verso un partito con Nos e Libdem
I maligni l’hanno già definita “scissione dell’atomo”. Luigi Marattin, dopo settimane di attacchi e accuse, lascia Italia Viva: il deputato in una conferenza stampa tenuta alla Camera lunedì 9 settembre ha annunciato l’addio al partito di Matteo Renzi.
Con lui escono anche quattro dirigenti territoriali di IV, Emanuele Cristelli (Friuli Venezia Giulia), Valeria Pernice (Verona), Giorgia Bellucci (Rimini) e Alessandro Pezzini (Lodi), ma sottolineando come altri esponenti del partito, un centinaio, sono pronti a prendere la stessa strada.
Decisiva nella scelta di Marattin la virata a sinistra di Renzi, con la mossa dell’ex premier e leader di Italia Viva di imporre il ritorno nel centrosinistra, assieme al Partito Democratico di Elly Schlein, nell’ottica di tentare un nuovo “campo largo”.
Marattin lascia Italia Viva
Queste infatti le parole in conferenza di Marattin. “Noi non condividiamo la decisione fatta dalla dirigenza di Italia Viva di entrare nel campo largo. Una scelta del genere avrebbe dovuto essere presa in un Congresso, per dare agli iscritti e alla comunità la possibilità di scegliere”. “Tutta l’estate la dirigenza di Italia Viva ha dato per acquisito questa scelta”, ha aggiunto Marattin. “Noi riteniamo che questo non sia l’esito che la comunità politica di Italia Viva meriti, quello di dovere chiedere ai 5 Stelle, a Fratoianni, a Bonelli, al Pd di farli entrare per favore nel campo largo e sentirsi dire forse è meglio di no”, ha aggiunto.
“Ovviamente ho informato Renzi, con cui c’è stata una discussione bellissima. Altri colleghi parlamentari lasceranno Iv? Chiedete a loro. So che tra qui e i prossimi giorni centinaia di dirigenti territoriali lasceranno Iv. Alcuni giù usciti, come l’unico sindaco di Iv in Emilia Romagna o il coordinatore di Milano Sergio Scalpelli”, ha spiegato Marattin, di fatto annunciando una piccola diaspora nella comunità di Italia Viva.
Il progetto di Marattin con Libdem e Nos
Quale futuro dunque per Marattin? Per ora il deputato, che ha comunicato l’addio al gruppo parlamentare di IV per passare al Misto, allontana l’ipotesi di un passaggio in Forza Italia o in Azione, visti anche i suoi rapporti col responsabile giustizia del partito di Calenda, Enrico Costa.
In conferenza Marattin ha invece annunciato la fondazione di una associazione, “Orizonti liberali”, che di fatto sarà la piattaforma di un nuovo soggetto politico da far crescere assieme a Nos, il movimento di Alessandro Tommasi, e ai Libdem di Andrea Marcucci. L’obiettivo, entro tre anni, è la nascita di un partito liberaldemocratico unico in cui potrà esserci spazio anche per Azione.
“Uno dei virus degli ultimi anni sono i partiti personali, se lo ritengo il virus non posso riproporre questa cosa. Per fondare un partito serve un’idea di società, un’organizzazione territoriale, dei compagni di viaggio, serve una classe dirigente, serve un leader da eleggere in maniera contendibile”, ha spiegato Marattin.