La mission impossible
Schlein lancia il suo programma in 5 punti per unire il “campo largo”, ma tra Conte, Renzi e Calenda è già guerra
Prima il Forum Ambrosetti a Cernobbio, poi la serata finale della Feste dell’Unità a Reggio Emilia. Elly Schlein prova con tutte le sue forze ad unire le forze di opposizione al governo Meloni nell’ormai mitologico “campo largo”, ma con grossa difficoltà.
Perché tra quella che dovrebbe essere l’ala centrista, ovvero Azione ed Italia Viva, e il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, volano stracci e parole forti. La battaglia in particolare è tra i due ex premier, Conte e Matteo Renzi, con quest’ultimo che evoca denunce contro il leader pentastellato.
I cinque punti del programma Schlein
Partiamo però dalle proposte, prima che dalle proteste. Perché sia a Cernobbio che a Reggio Emilia Schlein ha provato a gettare le fondamenta di quella che potrebbe essere la casa comune del centrosinistra per provare a battere la destra di governo nel 2027, o prima se l’esecutivo dovesse cadere.
Un programma su temi concreti ma soprattutto non divisivi, su quei punti su cui è più facile trovare una sintesi comune sia a sinistra, con AVS e in parte lo stesso M5S, che verso il centro con Italia Viva e Azione.
Una proposta di governo su “cinque punti, stanno sulle dita di una mano: difesa della sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politiche industriali, diritti sociali e civili”. Un programma-appello rivolto ai partiti di opposizione ma non solo: anche “alle migliori forze sociali e produttive, della cultura, del volontariato e del terzo settore”. Anche a loro Schlein chiede “di creare una piattaforma condivisa per mandare a casa il governo e prepararci a governare”.
Il Partito Democratico, da forza trainante della possibile futura coalizione, si incarica di costruire l’alternativa alla destra di Meloni e soci: “Dopo la sconfitta ci davano per finiti – rivendica Schlein da Reggio Emilia – abbiamo rialzato la testa, ci riconoscono per le battaglie. Abbiamo preso il 24% alle europee, 5 punti più delle scorse politiche. Non abbiamo visto altri partiti crescere così. S’è riaccesa la speranza, dobbiamo averne cura”.
“Il Pd oggi è più unito che mai – ha rivendicato Schlein dal palco Dem – ha perso le scommesse chi si aspettava lotte intestine, scissioni e divisioni. Un Pd compatto è il perno indispensabile per mandare a casa questa destra”. Per battere Giorgia Meloni alle prossime elezioni, Schlein punta su “un’alleanza forte e coerente“.
Le divisioni nel “campo largo”
Se sui cinque punti una convergenza è possibile, su altri appaiono evidenti le divisioni. A Cernobbio, al Forum Ambrosetti, Calenda, Schlein e Conte hanno evidenziato che c’è molto da fare per tenere assieme partiti che su alcuni temi, Ucraina in testa, la pensano diversamente.
Dopo Cernobbio c’è poi stato un secondo round. Conte, che era in collegamento al Forum, è poi andato ospite alla festa del Fatto Quotidiano, a Roma. Lì il suo obiettivo è stato Matteo Renzi: “Mai potremo lavorare con Renzi e costruire un progetto con lui”, ha detto dal palco.
Altrettanto dura la risposta del leader di Italia Viva. “Conte dice che sono un affarista che sta entrando nella partita del litio – ha scritto il leader di Iv – Addirittura il litio? Evidentemente Conte non sta benissimo, questa polemica con Grillo lo sta provando: appena sta meglio, lo invito a un confronto pubblico in streaming, scelga lui se in Tv o in Tribunale”.
Ulteriori divisioni sono emerse dal tema del nucleare, ritornato al centro del dibattito per le aperture arrivate dai ministri Salvini e Urso. Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi storicamente contrari alla costruzione di questo tipo di impianti, ha criticato il possibile “partner” dell’alleanza Carlo Calenda, notoriamente a favore: “Se proprio lo vuole può allearsi con la destra”. Per Schlein c’è molta strada da fare per unire una “coalizione” così divisa…