Dal 4 ottobre nelle sale
Folie à deux: musica, ballo e paranoia nel sequel del Joker di Todd Phillips al Festival di Venezia
Un sequel pieno di hit, quasi un musical sui sentimenti contrastanti dell’animo umano che Lady Gaga, nella parte di Lee, rende memorabile
Cinema - di Chiara Nicoletti
“Credo che la musica e il cinema abbiano la capacità e la forza di cambiare il modo in cui le persone si sentono ed è motivo per cui adoro creare”. In queste parole, pronunciate da Lady Gaga in versione co-protagonista di Joker: Folie À Deux, sequel del fortunato Leone d’Oro 2019 si condensa tutta l’essenza del film, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, edizione 81. Todd Phillips torna a dirigere Joaquin Phoenix nel ruolo di Arthur Fleck/Joker e gli regala il grande amore, la Harley Quinn dei fumetti che qui diventa Lee, dal volto e la voce graffiante e malinconica di Lady Gaga e trasforma il sequel in un dramma psicologico che guarda al musical come chiave per esprimere i sentimenti dei suoi protagonisti.
Sin dall’annuncio della sua uscita in sala, il 4 ottobre con Warner Bros, si era immaginato che l’anteprima di Joker: Folie À Deux non sarebbe potuta essere da nessuna parte se non qui a Venezia. Conferma Phillips: “Ci sembra che essere tornati qui sia la cosa giusta. C’è un feeling particolare con Venezia e non solo per il Leone d’Oro vinto ma per il modo in cui il film è stato trattato. Per questo film sono più emozionato, è più facile arrivare ad un Festival con una novità, mi sento più nervoso”. In questo sequel ritroviamo Fleck in prigione, dopo la serie di omicidi culminati in uno compiuto in diretta TV che scopriamo averlo reso famoso, con tanto di film sulla sua vita. Catatonico e silenzioso per il bombardamento di medicinali con cui viene tenuto a bada, ritrova il sorriso e non la risata involontaria, incrociando il cammino di Lee (Gaga), dentro una struttura per la cura della salute mentale che riabilita grazie alla musica.
Arthur viene “visto” e “capito” per la prima volta da Lee che sa benissimo chi è e condivide il suo stesso desiderio di liberarsi dal dolore e dalla sofferenza. Arrivano così le canzoni, dal sapore classico e antico, come quelle che Arthur ascoltava con la mamma da piccolo, brani che vengono cantati da Arthur e Lee, dal Joker e Harley Quinn, per comunicarsi speranze e desideri come quello ultimo di costruire “una montagna da una collina” come cantava Sammy Davis Jr in Gonna Build a Mountain nel 1978. “La musica ha sempre avuto un ruolo importante in Joker – ricorda Phillips quasi ad inizio conferenza stampa. Nel primo film ci sono molti momenti in cui balla per nessun motivo particolare ma solo per esprimere ciò che sente. La musica era già un personaggio. Sembrava logico continuare così. Quando il progetto del sequel ha cominciato a prendere forma, abbiamo pensato: immagina se avessimo come attrice Lady Gaga a portare con sé la musica all’interno del film?”.
Chiamata in causa, Stefani (Germanotta) come la chiama rispettosamente il collega Phoenix, spiega: “Credo che il modo in cui ci avviciniamo alla musica è particolare nel film ed ha tante sfumature. Non è un musical ma consente ai personaggi di esprimersi. Molta della musica è stata registrata live, abbiamo lavorato molto sul modo di interpretare i brani. Ho dovuto dimenticarmi come respirare e far sì che quelle canzoni rispecchiassero il personaggio. Sembrava che Arthur avesse da sempre in sé la musica e io volevo contribuire a questo”. Tutti d’accordo al Lido sulla performance di Joaquin Phoenix che riesce addirittura a superarsi, aggiungendo al suo Joker ancora altre sfumature compresa quella del ballo e soprattutto del canto.
“Parte del piacere di questo film – confessa – è stato prendere quelle canzoni standard e far sì che diventassero specifiche per il personaggio. L’emozione centrale che guida Arthur Fleck in questo sequel è, semplicemente, la ricerca dell’amore, di una sicurezza, la disperazione è sempre presente. Joker: Folie À Deux porta avanti il discorso sull’identità iniziato nel film precedente e diventa metafora anche piuttosto chiara sull’incapacità delle persone di accettare che al mondo esistano il grigio, la sofferenza, la depressione, l’abuso e che non sempre è possibile dividere l’umanità tra buoni e cattivi. Siamo davanti alla storia di Arthur Fleck o quella di Joker, il secondo rappresenta la liberazione e la libertà anche se solo mentale ma è, in fondo, una maschera. Indossare il trucco da pagliaccio e poi strofinarlo via accogliendo il dolore, l’imperfezione, la contraddizione è la commovente e amara rivelazione e rivoluzione di Joker: Folie À Deux. È persino più poetica del trovare finalmente qualcuno che, come Lee, ci capisce, ci riconosce”.
Arrivata a metà conferenza stampa la domanda ovvia a Lady Gaga sul perché ha deciso di unirsi al film, la risposta non è scontata: “Joker è stato un film che mi ha toccato profondamente, un lavoro fantastico di regia e la performance di Joaquin aveva alzato tantissimo l’asticella. Quando si raccontano persone incomprese dalla società, il regista e l’attore ci danno l’opportunità, come in questo caso, di osservare approfonditamente quel mondo e guardare cose che forse prima non avremmo mai visto. Per questo ho voluto partecipare al film”.