Il caso della consulente fantasma

Caso Boccia: Meloni furibonda stoppa le dimissioni di Sangiuliano ma marca stretto il suo ministro

I nuovi video e documenti pubblicati da Boccia smentiscono il ministro: la nomina c’era stata. Infuriato Salvini. Giorgia lo avvisa: “Basta errori”

Politica - di David Romoli

5 Settembre 2024 alle 09:00

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Caso Boccia: Meloni furibonda stoppa le dimissioni di Sangiuliano ma marca stretto il suo ministro

La premier è furibonda, ma nel pomeriggio respinge le dimissioni di Sangiuliano, ormai deciso alla resa dopo una raffica di passi falsi e gaffe assortite. Giorgia non l’ha mandata giù, ma sarebbe stato ben più indigesto un rimpasto, proprio quando sperava di vantare una vittoria brillante con la nomina di Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Invece quello come ogni altro risultato sarà totalmente eclissato da una vicenda boccaccesca, in sé di nessun rilievo, ma che pare fatta apposta per essere amplificata dal sistema mediatico.

Parlando all’Esecutivo di FdI evita di nominare il ministro nella tempesta, Gennaro Sangiuliano, ma è come se lo facesse. “Stiamo facendo la storia e questo non prevede né pause né soste, ma tantomeno può consentire errori e passi falsi”, scandisce e al ministro della Cultura le orecchie fischiano come sirene impazzite. Di errori e passi falsi Genny Sangiuliano ne ha commessi a bizzeffe. Di concreto contro di lui al momento continua a non esserci assolutamente nulla: non una prova di aver permesso alla presunta consulente Maria Rosaria Boccia di sbirciare carte riservate, non un attestato che permetta di smentire la sua assicurazione. “Non un euro pubblico è stato speso per Boccia”. Ma la fossa in cui rischia di precipitare Sangiuliano se la è scavata da solo.

Prima di tutto perché ha permesso di avvicinarglisi moltissimo a una persona che girava con la telecamera negli occhiali all’interno del Parlamento, forse anche altrove, e il registratore sempre desto. Poi perché ha mentito all’inizio fingendo di conoscere appena il soggetto in questione nonostante una marea di selfie fosse pronta a smentirlo e poi, peggio, non ha imparato niente dagli errori. In una intervista informale alla Stampa assicura che i biglietti e le prenotazioni per la collaboratrice (informale) erano sempre stati fatti dal suo pc o dal suo ipad. Detto fatto: la consulente posta a raffica la prenotazioni del ministero a suo nome. Il ministro si affretta a far visionare all’agenzia AdnKronos le prove che confermano la sua versione: qualcosa di tasca sua lui l’ha sborsato, l’istituzione mai. Ma la figura del bugiardo la fa lo stesso.

La raffica di sbagli è vertiginosa. Sempre con il quotidiano torinese prova a “chiamare in correità” Salvini:Sull’auto blu è salita sempre con me e per brevi tragitti ma cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi e poi anche con la Verdini?”. Il leghista s’imbufalisce. Sangiuliano, goffo come al solito, prova a correggere: “Un mio ampio ragionamento è stato travisato”. Salvini resta furibondo ma l’interesse di coalizione prevale: “Sangiuliano? Io mi fido dei colleghi” e via di corsa per non farsi scappare una sillaba in più. Il colmo è che anche nei giorni scorsi il ministro è rimasto in contatto con la poco affidabile ex amica, che naturalmente non ha mancato di farlo sapere a tutti con il solito post: “Te l’ho detto ieri pomeriggio al telefono e lo ripeto stamattina: sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori”. Sibillina ma certo non sulla telefonata, con tanto di data.

Si può capire perché la premier, oltre che irritatissima, sia anche parecchio preoccupata. Corre voce che le attività di agente segretissimo della Boccia non si esauriscano in quanto già diffuso, che ci sia anche un video “compromettente”. Nel colloquio a Chigi di due giorni fa a precisa domanda il ministro ha risposto che non c’è nulla che possa essere usato contro di lui e dunque contro il governo. In effetti al momento il massimo che possa essergli contestato è il peculato per aver accompagnato con l’auto ministeriale la “consulente”. Tanto varrebbe mandare a processo l’intero ceto politico. Ma dati gli svarioni commessi ogni santo giorno la premier non è affatto tranquilla e l’illusione che la faccenda sia chiusa si è già dissipata con l’ultima raffica di post Instagram di Maria Rosaria Boccia. Ultima in ordine di tempo, s’intende.

Nella sua giusta sfuriata contro quelli tra i suoi che in un modo o nell’altro prestano il fianco e contro gli oppositori che “quando qualcuno ha compiuto un passo falso hanno utilizzato ogni strumento a disposizione per colpirci”, la premier ha omesso di citare anche se stessa. Ma se è vero che proprio i limiti della sua squadra di governo e dello suo stesso stato maggiore di partito sono all’origine dei principali danni d’immagine subìti in questi due anni dal governo è anche vero che lei, come premier e leader, non ha fatto niente per intervenire sulla sua squadra e sui comportamenti che la lasciano con il fianco esposto. “Siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi”, ha scandito ieri la leader di FdI rivolta al suo Esecutivo. Però non è vero.

5 Settembre 2024

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