Il delitto di Parabiago

Fabio Ravasio investito e ucciso in bici, dietro il pirata della strada il piano omicida della compagna: 6 arresti

Cronaca - di Redazione

24 Agosto 2024 alle 18:27

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Fabio Ravasio investito e ucciso in bici, dietro il pirata della strada il piano omicida della compagna: 6 arresti

Altro che pirata della strada. Dietro la morte di Fabio Ravasio, il 52enne di Parabiago, co-titolare a Magenta (Milano) di un negozio di spedizioni della catena Mail Boxes investito in sella alla sua bicicletta il 9 agosto scorso mentre poco prima delle 20 si trovava in via Vela, c’era un piano omicida vero e proprio.

Ne è convinta la procura di Busto Arsizio e i carabinieri dl Legnano e del comando provinciale di Milano, che hanno tratto in arresto sei persone per la morte di Ravasio: tra questi vi sono la compagna brasiliana della vittima, la 49enne Adilma Pereira, uno dei suoi nove figli (avuti con compagni diversi, gli ultimi due riconosciuti proprio da Ravasio) e il fidanzato di una di loro.

Ravasio, tennista e podista amatore, era stato travolto mentre era in giro sulla sua mountain bike da una Opel Corsa nera, notata da alcuni testimoni: in un punto senza curve e con buona visibilità, la vettura aveva travolto la bicicletta di Ravasio schiacciandolo contro il guardrail, col corpo del 52enne sbalzato in aria finendo in un campo. L’uomo era morto nella notte all’ospedale di Legnano, dove era giunto in condizioni critiche.

Dalle successive indagini dei carabinieri era emerso che la targa della Opel nera, ripresa anche delle telecamere, era contraffatta: ma i militari avevano anche scoperto che l’auto era identica ad una di proprietà della compagna della vittima.

Sono dunque scattate le intercettazioni, che hanno fatto emergere un contesto ben preciso: Adilma Pereira, che nei giorni dopo la tragedia aveva lanciato un appello alla stampa locale chiedendo aiuto per trovare il “pirata della strada” sarebbe la mente di un piano per uccidere il compagno. Per gli inquirenti alla guida della Opel c’era uno dei figli della donna, un 26enne nato in Brasile, con al suo fianco un amico, mentre un terzo uomo avrebbe fatto da “regista” del finto incidente.

A far crollare il castello anche la confessione di due complici, i “pali” che hanno segnalato i movimenti di Ravasio, ovvero un 45enne un il fidanzato della figlia di Pereira. È così che nella notte di venerdì 23 agosto sono scattati i sei fermi. I due complici hanno anche fatto ritrovare la Opel Corsa dell’incidente, nascosta dietro a una fila di mobili in un box a casa di una delle figlie di Adilma Pereira.

L’obiettivo finale sarebbe stato quello di mettere le mani sull’eredità di Ravasio.

di: Redazione - 24 Agosto 2024

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