Accordo sempre più lontano
Gaza, Netanyahu si rimangia la tregua ‘promessa’ a Blinken: “Guerra fino a distruzione Hamas”
Il ritiro dal corridoio Filadelfia, tra Gaza e l’Egitto, è uno dei punti chiave dei colloqui per l’accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi. Hamas ha chiesto il ritiro completo dell’Idf.
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
La sua, è una testimonianza eccezionale. Per lo spessore del personaggio e per la drammaticità del tema. Gadi Eizenkot è stato capo di stato maggiore di Tsahal, l’esercito israeliano, già ministro nel Gabinetto di guerra, oltre che parlamentare di Unità nazionale. Gadi Eizenkot nella guerra di Gaza ha perso il figlio e un nipote. Eizenkot ha dichiarato in un’intervista a Radio 103 che tutti i capi dell’apparato di sicurezza e la maggior parte dei ministri del Gabinetto hanno spinto per un accordo per liberare gli ostaggi nell’ambito del quadro “tutti per tutti”. Ma ha aggiunto che c’era un oppositore: il Primo ministro Benyamin Netanyahu. Secondo Eizenkot, il premier «ha chiesto che il processo venga diviso in tre fasi e ha insistito sul fatto che questa volta l’accordo sarebbe stato di un giorno per ostaggio, mentre nell’accordo di novembre erano dieci ostaggi al giorno».
Eizenkot ha descritto il piano di Netanyahu come «molto difficile», spiegando che le tre fasi sono ciascuna della durata di 42 giorni. «Nella fase A la calma viene ripristinata, e nella fase B viene stabilito un cessate il fuoco permanente. Dopodiché, l’Idf si ritira da Gaza». «Netanyahu ci ha condotto nella trappola di Sinwar e dell’Iran, per arrivare a una guerra regionale e logorare Israele fino al suo collasso. La saggezza di un leader è prendere decisioni coraggiose e difficili, e questa è stata la principale lacuna che ho visto, a partire da gennaio di quest’anno. Ho visto che non è stato in grado di prendere alcuna decisione strategica o decisiva – ha affermato nell’intervista -. Ci sono 109 ostaggi a Gaza: stanno morendo in prigionia, il Primo ministro deve agire per riportarli indietro. Sinwar è il principale nemico, ma la responsabilità di riportarli indietro ricade sulla leadership israeliana», ha concluso.
Einav Zangauker, madre dell’ostaggio Matan e tra i principali critici del governo Netanyahu, ha affermato che il direttore del Mossad, David Barnea, le avrebbe detto che un accordo è impossibile da raggiungere nell’attuale realtà politica. La dichiarazione è avvenuta davanti alla commissione d’inchiesta non ufficiale che si occupa del fallimento delle forze di sicurezza prima, durante e dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Zangauker ha detto che «intorno a maggio, Barnea le scrisse: “Cara Einav, sfortunatamente, nell’attuale situazione politica, un accordo per liberare gli ostaggi è impossibile”». Intanto, l’esercito israeliano ha recuperato l’altra notte i corpi di sei ostaggi a Gaza, tra cui quelli di Yoram Metzger, Yagev Buchstab, Nadav Popplewell e Avraham Munder.
I corpi dei sei ostaggi israeliani uccisi durante la loro prigionia a Gaza sono stati recuperati dall’esercito nella zona di Khan Yunis nel corso di un’operazione congiunta, effettuata sulla base di informazioni di intelligence, che ha coinvolto anche unità dello Shin Bet. Secondo funzionari della Difesa alcuni degli ostaggi sono stati uccisi nel tunnel dove sono stati trovati i loro corpi ed i loro rapitori potrebbero essere fuggiti in seguito agli attacchi israeliani, abbandonando i cadaveri. Sono 109 gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza dopo essere stati rapiti lo scorso 7 ottobre in Israele durante il massacro compiuto da Hamas. Lo ha confermato il portavoce del governo israeliano, David Mencer, dopo che l’Idf ha recuperato i corpi di sei ostaggi nei tunnel di Khan Yunis.
«Si ritiene», ha spiegato Mencer, «che dei 109 ostaggi a Gaza 36 siano morti e 73 ancora vivi. Definire “in salita” i negoziati è un eufemismo. Le speranze muoiono tra veti e controveti». «Non ci ritireremo dall’asse di Filadelfia in nessun caso, ho informato Blinken che continueremo fino alla distruzione di Hamas». Così Netanyahu in un incontro con le famiglie degli ostaggi, come riporta Ynet. Il ritiro dal corridoio Filadelfia, tra Gaza e l’Egitto, è uno dei punti chiave dei colloqui per l’accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi. Hamas ha chiesto il ritiro completo dell’Idf. È il 319° giorno di guerra: secondo il ministero della Sanità di Gaza – controllato da Hamas – il bilancio delle vittime nella Striscia è salito a 40.173 e si contano 92.857 feriti.