Guerra in Medio Oriente
Bombe sulla scuola a Gaza City, uccise almeno 93 persone nell’attacco di Israele: “Era un nascondiglio di Hamas”
La strage nella zona di Al-Sahaba, i corpi hanno preso fuoco. "Quaranta martiri". Lo spiraglio nelle trattative mentre l'IDF attacca, le condizioni per un cessate il fuoco
Esteri - di Redazione Web
Almeno 93 persone sono morte in una scuola a Gaza City, colpita dall’esercito israeliano che da una parte continua ad attaccare e dall’altra apre a negoziati per un cessate il fuoco a Ferragosto. La strage si è consumata nella scuola Al-Tabi’een, nella zona di Al-Sahaba, a Gaza City. “Quaranta martiri”, piangono i palestinesi. La Protezione Civile ha fatto sapere che vi si trovavano degli sfollati. “Gli equipaggi stanno cercando di controllare il fuoco per recuperare i corpi dei martiri e soccorrere i feriti”. Israele rilancia su Hamas: “Era un covo di terroristi”.
L’esercito israeliano ha fatto sapere dell’attacco tramite una nota diffusa su Telegram. L’aeronautica “ha colpito con precisione i terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di controllo e comando nella scuola Al-Tabai’een e situato accanto alla moschea a Daraj Tuffah, che viene usata come rifugio dai residenti di Gaza City”. Per l’IDF “il centro di contro e di comando era utilizzato come nascondiglio dei terroristi e dei comandanti di Hamas. Da lì venivano pianificati numerosi attacchi contro i militari israeliani e lo Stato di Israele”.
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Il massacro ad Al-Sahaba
Il portavoce dell’agenzia Basal ha parlato di un “orribile massacro” con corpi che hanno preso fuoco. Israele ieri ha preso ad avanzare di nuovo anche a Khan Younis, già devastata dall’avanzata lo scorso inverno. Stati Uniti, Qatar ed Egitto chiedono di riprendere i negoziati e a Ferragosto alle trattative parteciperà anche una rappresentanza israeliana. Si parla di sei settimane senza ostilità e del rilascio degli ostaggi israeliani prelevati nelle azioni terroristiche dello scorso 7 ottobre e ancora nella mani di Hamas. L’organizzazione ha richiesto la liberazione di Marwan Barghouti, considerato uno dei capi della prima e della seconda Intifada. Continuano intanto le ostilità anche a nord.
La guerra di Israele e gli Stati Uniti
Anche la vicepresidente e candidata alle presidenziali del prossimo autunno, Kamala Harris, ha dichiarato: “Ora è il momento di raggiungere un accordo di cessate il fuoco”. Gli Stati Uniti dell’amministrazione Joe Biden hanno intanto previsto altri tre miliardi e mezzo di dollari a Israele da spendere in armi e attrezzature militari. Il segretario di Stato Antony Blinken, dopo l’eliminazione del capo di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran e l’annunciata risposta dell’Iran, ha detto al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant come un’escalation in Medio Oriente “non è nell’interesse di nessuna parte”.