Proteste e polemiche

Il dramma di Osama, morto a 19 anni dopo essere stato sbattuto in un carcere senza aver commesso alcun reato

Ennesima violenza scoppiata in un Cpr ed ennesima vittima. Il suo nome era Osama ed era originario dell’Africa. Lui, come tutti i suoi compagni, era in un carcere senza aver commesso alcun reato

Cronaca - di Frank Cimini

7 Agosto 2024 alle 17:00

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Il dramma di Osama, morto a 19 anni dopo essere stato sbattuto in un carcere senza aver commesso alcun reato

Morto poche ore dopo la fine della rivolta nel Cpr di Palazzo San Gervasio, in Basilicata. Forse per un infarto ma non è chiaro. Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso di Osama, 19 anni, africano. I medici e un’autoambulanza non hanno potuto fare nulla per salvarlo. La sera prima c’era stata una rivolta con incendio. I vigili del fuoco sono intervenuti insieme a una sessantina di agenti della polizia penitenziaria. Il Cpr ospita un centinaio di immigrati e circa 70 operatori. Il procuratore di Potenza, Francesco Curcio, dice che le indagini sono in corso che non si esclude l’omicidio probabilmente colposo perché il giovane non sarebbe stato picchiato. Questo non esclude secondo i pm alcuna fattispecie di reato.

Intanto divampano le polemiche politiche. Il Pd ha depositato una interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per chiedere delucidazioni su quanto accaduto l’altro ieri nella struttura del centro di Permanenza e Rimpatrio di Palazzo San Gervaso. Il ragazzo poi morto sarebbe stato bersaglio di violenze senza aver ricevuto le cure necessarie, nonostante le specifiche richieste provenienti da altri ospiti della struttura. Nell’interrogazione a firma dei deputati Enzo Amendola e Raffaele Scarpa si fa osservare che il Cpr sarebbe già oggetto di iniziative da parte della magistratura, rispetto a presunte violenze consumate ai danni degli immigrati e alla somministrazione di psicofarmaci. Al ministro si chiede di fornire spiegazioni e di dire quali iniziative intende assumere al riguardo. «Mentre nei Cpr si muore, la destra vota il nuovo reato di rivolta specifico per le strutture di “accoglienza” che in realtà sono centri di detenzione amministrativa. Questa modalità repressiva di affrontare i fenomeni sociali porterà solo maggiore conflittualità e più rivolte» – affermano Devis Dori e Filiberto Zaratti, capigruppo di Verdi e sinistra negli affari costituzionali e giustizia della Camera. – «Siamo indignati, tutta la destra si sta piegando al giro di vite leghista, nessuno nella maggioranza apre bocca».

Vito Bardi, presidente della regione Basilicata, dice che l’obiettivo è quello di fornire un’accoglienza dignitosa a favore dell’integrazione. La questione sarebbe al centro dell’agenda della Regione.
Secondo i sindacalisti della Cgil di Potenza, il Cpr di Palazzo San Gervaso «va chiuso perché la situazione rimane esplosiva. Questi episodi di rivolta possono verificarsi da un momento all’altro, mettendo a rischio la vita degli ospiti e di chi li deve sorvegliare». Ma non sembra che la volontà politica vada in direzione della chiusura dei centri dove sono detenute persone che non sono accusate di aver commesso alcun reato ma vengono private della libertà e vessate. L’opposizione ora protesta, ma va ricordato che i Centri Cie – come si chiamavano in precedenza – vennero istituiti dai governi di centrosinistra. Una storia drammatica che parte da Prodi a Palazzo Chigi arrivando per ora a Palazzo San Gervaso.

7 Agosto 2024

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