La stretta del governo
Cannabis light illegale, il governo Meloni distrugge il settore e mette a rischio 11mila lavoratori
Una scelta ideologica che rischia di mandare in fumo, è proprio il caso di dirlo, 11mila posti di lavoro e distruggere un settore.
Il governo di Giorgia Meloni ha ufficializzato la sua guerra alla cannabis light: all’alba di giovedì primo agosto, dopo una seduta notturna infinita, è passato in Commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera l’emendamento proposto dalla maggioranza al ddl ‘Sicurezza’ del ministro degli Interni Matteo Piantedosi che equipara di fatto la cannabis light a bassissimo contenuto di Thc ad una “droga leggera”, approdando così nel testo finale che finirà in Aula.
Testo che però arriverà a settembre, dopo la pausa estiva, a seguito delle forti proteste delle opposizioni: la decisione è arrivata dalla riunione della Capigruppo, che ha scelto di far slittare il ddl a settembre, mentre era inizialmente previsto il voto già il 5 agosto.
Perché il governo Meloni vieta la cannabis light
In particolare governo e maggioranza hanno giustificato il il colpo al settore paventando “alterazioni dello stato psicofisico degli assuntori” di cannabis light, che mettono “a rischio la sicurezza e l’incolumità pubblica e la sicurezza stradale”. Ritirata invece la proposta della Lega per vietare l’immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari.
Così il governo uccide un settore che impiega 11mila persone
Una scelta, quella dell’esecutivo di Giorgia Meloni, dalle conseguenze economiche importanti. Lo sottolinea Riccardo Magi di +Europa, da sempre in prima linea nella battaglia a favore della cannabis light.
Per Magi il governo “ha ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese. Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga”.
Durissimo anche il commento del leader dei Verdi Angelo Bonelli, che parla di “azione repressiva” del governo che “regala 150 milioni di euro alla criminalità organizzata e lasciando senza lavoro 15mila persone, ignorando deliberatamente le evidenze scientifiche che dimostrano l’innocuità della cannabis light con bassi livelli di Thc. Siamo di fronte a una scelta priva di fondamento scientifico, spinta unicamente dalla necessita’ di propaganda politica, non una novità per questo governo che, ancora una volta, sceglie di ignorare la scienza, danneggiando cosi’ una filiera produttiva che coinvolge migliaia di aziende e agricoltori italiani, molti dei quali giovani e innovatori. È inoltre una decisione che viola le leggi europee e una sentenza della corte di Giustizia che nel 2020 ha stabilito che la commercializzazione della cannabis light non può essere vietata come libera circolazione delle merci essendo prodotti presenti nel mercato europeo”.