La tragedia
Bambina annegata a Caraglio, solo due maggiorenni tra i 7 accompagnatori al Bioparco: si indaga per omicidio colposo
È contro ignoti, almeno per il momento, il fascicolo aperto dalla Procura di Cuneo per omicidio colposo e abbandono di minore per la morte di Anisa Murati, la bambina di sette anni annegata ieri nel lago balneabile del bioparco AcquaViva di Caraglio, a pochi chilometri da Cuneo.
Anisa è morta nel pomeriggio di mercoledì 17 luglio, annegata in un laghetto artificiale mentre era nel parco per una gita con un gruppo parrocchiale di Demonte, il paese della valle Stura in cui viveva insieme alla propria famiglia.
La tragedia all’AcquaViva di Caraglio
Della ragazzina si erano perse le tracce poco dopo le 16, mentre stava trascorrendo il pomeriggio nel centro inaugurato due anni fa in località Bottonasco e che sorge su quindici ettari di terreno in una ex polveriera militare, con al suo interno un lago balneabile e un bacino da oltre 50mila metri cubi d’acqua.
A trovare il corpo i sommozzatori dei vigili del fuoco a due metri di profondità nei pressi del pontile per i tuffi. “Sono sconvolta. Una tragedia inimmaginabile. Tutta la comunità di Caraglio è sconvolta“, sono state le parole a caldo della sindaca di Caraglio, Paola Falco, dopo la notizia sulla morte della bambina.
L’indagine sulla bambina annegata nel parco acquatico
L’indagine sulla morte di Anisa è affidata al sostituto procuratore Alberto Braghin, che coordina le indagini insieme al procuratore aggiunto Ciro Santoriello. Secondo quanto ricostruito la comitiva organizzata dal centro estivo della parrocchia di Demonte era composta da diverse decine di bambini con sette accompagnatori, di cui solo due maggiorenni.
Un punto questo da approfondire, così come il ruolo dei bagnini del bioparco, due più un assistente. “Vanno valutati quali fossero i compiti loro e quali quelli degli accompagnatori. Il profilo giuridico è complesso”, le parole che filtrano dagli inquirenti, riferite dall’Ansa.
Meno probabile, aggiunge ancora l’agenzia stampa, che vengano chiamati in causa i gestori della struttura, salvo che non emergano gravi omissioni a loro carico, al momento non ipotizzabili. La struttura è ora sotto sequestro, per il periodo necessario agli accertamenti giudiziari e verrà disposta a breve l’autopsia della bambina.