Parla Di Vito
Campi Flegrei, l’Ingv lancia l’allarme su nuovi terremoti: “Attese altre scosse, sollevamento suolo non rallenta”
Sui Campi Flegrei l’Osservatorio Vesuviano rilancia l’allarme e lo fa in base ai dati. Dopo numeri che avevano fatto sperare nelle scorse settimane in un rallentamento nell’incremento del sollevamento del suolo, gli ultimi dati emersi dal bollettino relativo al periodo 8-14 luglio diffusi dall’Osservatorio cambiano nuovamente lo scenario.
Lo spiega parlando all’agenzia AdnKronos Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, secondo il quale i dati sulla deformazione crostale nell’area dei Campi Flegrei sono tali da far pensare ad alti episodi di sismicità nel breve periodo, di intensità in linea con quelli che sono stati registrati nelle ultime settimane.
Campi Flegrei, il sollevamento del suolo non rallenta
La velocità di sollevamento del suolo, insomma, non sta rallentando. “Il sollevamento del suolo nell’area dei Campi Flegrei è caratterizzato da lievi fluttuazioni, ai primi di luglio ci aspettavamo che questi valori potessero cambiare, siamo invece tornati al sollevamento di due centimetri al mese, che è obiettivamente un valore alto: sono i valori di questo periodo di crisi bradisismica”, spiega Di Vito all’agenzia.
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano aggiunge che l’attenzione “è massima” e che a breve avrà una riunione sull’organizzazione ad agosto “per fronteggiare situazioni come quelle dell’agosto dello scorso anno”, quando furono registrati mille terremoti in un mese, il dato più alto dal 2005.
Secondo il bollettino di monitoraggio settimanale dell’Osservatorio Vesuviano, dall’8 al 14 luglio sono state registrate 68 scosse nell’area dei Campi Flegrei.
Il ministro Musumeci contro i cittadini “incoscienti”
Agli allarmi di Di Vito si aggiungono le parole al vetriolo del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci che, parlando con LaPresse, è entrato nel merito del discorso sulla “responsabilizzazione” dei cittadini dei Campi Flegrei.
Per il ministro si tratta di un “tema serio” perché “la gente non percepisce il pericolo pur sapendo, e ormai lo si sa da millenni, che lì c’è un vulcano che non si vede ma c’è. Come per tutti i vulcani bisogna essere prudenti ed evitare come è accaduto che si costruisca a ridosso della caldera. Non c’è una responsabilità dei cittadini ma c’è una sorta di incoscienza, di minimizzazione del rischio”.
Non solo. Per l’ex governatore siciliano “chi doveva mettere in guardia dal rischio non lo ha fatto”. “Quella zona negli anni 60′ e ’70 è stata oggetto di una certa speculazione edilizia. Bisognava costruire nuovi alloggi e quindi bisognava non parlare di rischi, evitando il tema. Le nostre esercitazioni da quando siamo al governo vengono disertate perché la gente del luogo dice di non parlare di bradisismo perché lì si vive di turismo. La preoccupazione per il dirottamento del flusso turistico è comprensibile ma io dico invece che bisogna parlarne e rendere compatibile la presenza di una popolazione vigile e attenta e la presenza di un flusso turistico che se ben orientato può anche trarre giovamento da quel territorio per soddisfare curiosità che oggi vengono soddisfatte solo dalla comunità scientifica o accademica. Il problema non si risolve tacendolo ma parlandone e rendendo ognuno protagonista della propria autodifesa. Ognuno deve fare la propria parte”, le parole di Musumeci.