Il profilo
Chi è JD Vance, candidato vicepresidente di Trump: l’ex marine da critico a sostenitore di Donald, il successo con un libro
Esteri - di Carmine Di Niro
Da conservatore anti-trumpiano a prossimo candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti proprio col tycoon, ex presidente e nuovamente candidato Repubblicano alla Casa Bianca.
È il percorso del senatore James Davide Vance, scelto e annunciato da Donald Trump come suo vice nella corsa alla presidenza nella convention del Partito Repubblicano iniziata lunedì a Milwaukee (Wisconsin).
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Chi è J.D. Vance, scelto da Trump come candidato vicepresidente
Eletto nel 2023 senatore in Ohio, ex manager di 39 anni, J.D. Vance è da diverso tempo uno dei più accaniti sostenitori di Donald Trump: non a caso da mesi il suo nome era nella ristretta cerchia dei papabili per il ruolo di vicepresidente in caso di vittoria del tycoon nelle elezioni che si terranno il prossimo 5 novembre e che vedranno la seconda sfida tra lo steso Trump e il presidente uscente Dem Joe Biden.
Nato a Middleton, in Ohio, dopo aver prestato servizio nei Marine in Iraq si è laureato alla Yale Law School: da dieci anni è sposato con l’avvocato Usha Vance, con cui ha tre figli e vive a Cincinnati, sempre in Ohio.
In passato ha lavorato presso la società di venture capital Mithril Capital di Peter Thiel, cofondatore di PayPal, tra i primi investitori di Facebook e tra le persone più ricche del mondo secondo Forbes, noto anche per la sua fede trumpiana. Sempre col sostegno finanziario di Thiel nel 2019 ha fondato Narya Capital.
Il libro di J.D. Vance
Vance deve però la sua notorietà ad un libro autobiografico pubblicato nel 2016, “Hillbilly Elegy”, tradotto in Italia come “Elegia americana” dall’editore Garzanti. Il libro divenne un caso editoriale, nell’elenco dei best seller del New York Times nel 2016 e nel 2017 e finalista per il Dayton Literary Peace Prize 2017, e rese Vance particolarmente famoso.
Il libro è in sostanza il racconto da parte di Vance, all’epoca 33enne, della sua emancipazione dalla comunità rurale dell’Ohio, da dove partì prima per arruolarsi nell’esercito e prestare servizio nella guerra in Iraq, e poi per laurearsi in giurisprudenza presso la prestigiosa Yale Law School.
Un libro, “Hillbilly Elegy”, che per il New York Times all’epoca era “uno dei migliori” per “aiutare a comprendere la vittoria di Trump”, quando il tycoon a sorpresa sconfisse Hillary Clinton alle presidenziali. Il “memoir” di Vance fu apprezzato in particolare per come raccontava delle difficoltà delle famiglie bianche a basso reddito della “Rust Belt”, la “cintura della ruggine”, il nome con cui viene indicata la regione tra i monti Appalachi settentrionali e i Grandi Laghi, un tempo cuore dell’industria pesante statunitense e che da decenni è oggetto di un pesante declino economico.
Le posizioni politiche di Vance
Un tempo, quando Vance emergeva nel dibattito culturale e politico statunitense in seguito alla pubblicazione del suo libro, il neo candidato alla vicepresidenza si professava come un Repubblicano moderato, particolarmente critico proprio con Donald Trump.
Negli anni Vance si è avvicinato moltissimo al tycoon, che d’altra parte ha sostanzialmente ottenuto il controllo quasi totale del partito, fino ad ottenere il suo endorsement durante le primarie Repubblicane per scegliere il candidato al Senato in Ohio nel 2022.
Oggi le posizioni politiche di Vance e Trump sono sostanzialmente sovrapponibili, dall’aborto alla politica estera, con particolare riferimento all’impegno statunitense in Ucraina. Per questo la mossa di Trump di sceglierlo come vicepresidente mette Vance in prima fila nella successione al tycoon.