In Corte d'Appello

Terremoto L’Aquila, la sentenza che condanna gli studenti morti nel sisma: niente risarcimento per “condotta incauta”

Cronaca - di Redazione

15 Luglio 2024 alle 17:28

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Terremoto L’Aquila, la sentenza che condanna gli studenti morti nel sisma: niente risarcimento per “condotta incauta”

Una sentenza che desta scalpore, perché conferma quella che già lasciò interdetti di due anni fa. Anche per la Corte d’Appello dell’Aquila gli studenti morti sotto le macerie nel capoluogo abruzzese durante il violento terremoto che sconvolse il Centro Italia la notte del 6 aprile 2009 furono “corresponsabili”, ebbero una “condotta incauta” perché decisero di rimanere nelle loro case.

Per questo i giudici, nell’ambito del processo civile, hanno scagionato nuovamente la presidenza del Consiglio dei ministri da ogni responsabilità per la morte di sette studenti. A riportare la decisione è il quotidiano ‘Il Centro’: i familiari delle vittime dunque non solo non avranno alcun risarcimento, ma dovranno anche pagare le spese legali che ammontano a circa 14mila euro.

Come in primo grado vengono assolti da ogni colpa i membri della Commissione Grandi Rischi che si era riunita all’Aquila il 31 marzo del 2009, dunque cinque giorni prima del sisma di magnitudo 6,3 che provocò complessivamente 309 morti, oltre 1600 feriti e danni per oltre 10 miliardi di euro.

Commissione che cinque giorni prima del disastro aveva lanciato messaggi rassicuranti. Caso esemplare quello di Bernardo De Bernardinis, allora vicecapo della Protezione civile, con una intervista tv rilasciata immediatamente prima della riunione del 31 marzo 2009 e ampiamente diffusa su tutti i media anche nei giorni seguenti. Proprio De Bernardinis sarà l’unico condannato in via definitiva a due anni: il tribunale dell’Aquila aveva prima condannato a sei anni i sette scienziati che avevano partecipato alla riunione per poi assolverli in appello ad eccezione di De Bernardinis, condannato poi in Cassazione, che aveva presieduto quella riunione in sostituzione dell’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.

Stando ai giudici del secondo grado non ci sarebbero prove certe delle rassicurazioni in relazione alla condotta dei giovani, mancherebbe il cosiddetto “nesso causale” per attribuire responsabilità di natura civile.

I ragazzi morti sotto le macerie dell’Aquila non sarebbero stati condizionati e dunque rassicurati dalle risultanze dei comportamenti dei componenti della Commissione Grandi Rischi presenti all’Aquila prima del terremoto, tantomeno dalle dichiarazioni in tv di De Bernardinis e alla stampa dall’allora sindaco del capoluogo Massimo Cialente. È probabile che contro il pronunciamento della Corte di Appello dell’Aquila ci sarà il ricorso in Cassazione.

di: Redazione - 15 Luglio 2024

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