Il presunto femminicidio
Francesca Deidda, trovati indumenti e tracce di sangue della donna scomparsa da San Sperate: intervenuti i Ris
Sembrano essere arrivate ad una svolta le indagini sulla scomparsa di Francesca Deidda, la 42enne svanita nel nulla nel maggio scorso a San Sperate, nel sud Sardegna, e che secondo la Procura sarebbe stata uccisa dal marito Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni, in carcere da alcuni giorni con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.
Elementi riconducibili a Francesca Deidda, scrive l’Ansa, sono stati trovati nel corso dell’ampio rastrellamento da questa mattina nella zona compresa tra Sinnai e San Vito, nel punto in cui si è agganciata per l’ultima volta la cella del telefonino della donna: qui dalle prime ore del mattino sono impegnati nelle ricerche circa 100 uomini dei carabinieri, operatori del Soccorso alpino, vigili del fuoco, Protezione civile, Corpo forestale e volontari.
La scomparsa e le ricerche di Francesca Deidda
In particolare durante le ricerche sono stati rinvenuti un beauty case, un apparecchio e alcuni indumenti, pare una felpa e un accappatoio, in cui sarebbero state rinvenute tracce ematiche. Anche per questo l’area è stata recintata ed è stato richiesto l’intervento degli specialisti dei carabinieri del Ris: la zona di intervento è quella a ridosso della vecchia statale 125 Orientale sarda, nel tratto fra l’arco dell’Angelo e il ponte romano, nel comune di Sinnai.
Sul posto è presente anche il pubblico ministero Marco Cocco, il magistrato che coordina le indagini. Nelle prossime ore, una volta che tutti i reperti saranno prelevati, potrebbe essere dato il via libera all’utilizzo dei cani molecolari per la ricerca del corpo di Deidda, estendendo ulteriormente l’area di ricerca.
Le accuse contro il marito di Francesca Deidda
Dal carcere il marito Igor Sollari continua a negare ogni accusa, professandosi innocente e ripetendo che la moglie si era allontanata volontariamente per “un periodo di riflessione”, come raccontato agli inquirenti dell’uomo.
Contro di lui vi sarebbero però le incongruenze riferite nelle sue dichiarazioni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo che della moglie si erano perse le tracce Sollai avrebbe utilizzato il telefonino di Francessca Deidda per far credere ad amici e parenti che fosse ancora viva: era lui a spiegare ad amici e parenti della vittima che si trattava di un allontanamento volontario, ma senza voler mai parlare al telefono. Sollai aveva pure annunciato il licenziamento della moglie al suo datore di lavoro tramite una mail.
Tra gli elementi che hanno portato al carcere, riferisce l’agenzia Lapresse, anche il pericolo di fuga: Sollai ha parenti in Olanda e ultimamente avrebbe avuto ripetuti contatti con loro. Da quanto si è appreso, lui aveva già una relazione con un’altra donna: avrebbe voluto separarsi dalla moglie, ma temeva di perdere i beni, tra cui la casa di San Sperate dove vivevano.