L'esibizione al Lucca Summer

Chi è Rod Stewart: senza di lui forse il mondo non avrebbe avuto i Rolling Stones

Settantanove anni, sangue scozzese, una carriera straordinaria. Ma ha anche un altro merito: senza di lui forse il mondo non avrebbe avuto i Rolling Stones... Vita, opere, successi (e... arresti!) di un ragazzaccio che ha fatto impazzire il mondo

Spettacoli - di Graziella Balestrieri

7 Luglio 2024 alle 19:30

Condividi l'articolo

Chi è Rod Stewart: senza di lui forse il mondo non avrebbe avuto i Rolling Stones

Si esibirà domani, 7 luglio, al Lucca Summer Festival, Sir Rod Stewart, cantautore britannico di origini fieramente scozzesi e figura unica ma anche importantissima nel panorama musicale internazionale. Perché? Non solo per la sua carriera straordinaria da solista, ma provate per un attimo a pensare ad un mondo senza i Rolling Stones. Ve lo immaginate? Beh pensateci, perché poteva anche accadere, se il buono e scaltro Mick Jagger non avesse, diciamo così, “rubato” Ronnie Wood a quello che allora era il gruppo di Rod Stewart, ovvero i Faces, gruppo nato negli anni 70 dalle ceneri dei The Small Faces. Di fatto la storia con i se e con i ma non si fa e per fortuna la storia ci ha consegnato i Rolling Stones e Rod Stewart, che mantiene da allora un’amicizia profonda e indissolubile con Ronnie.

Sir Rod Stewart torna in Italia dopo molti anni di assenza, e ci torna da splendido settantanovenne ormai. Eh sì, anche Rod Stewart invecchia ma non sembrano essere passati così tanti anni da quando quel ragazzo esile e con il ciuffo biondo laccatissimo, ha iniziato a far impazzire le signore e le ragazze di tutto il mondo. Ciuffo biondo platino ancora oggi e fisico invidiabile, Sir Rod mantiene ancora un grande fascino nei confronti del pubblico femminile. E poi a dirla tutta è da sempre la sua voce, quella voce unica, rauca e graffiante, come fosse uscita da un pacchetto di Marlboro rosse stropicciato. Quella voce ha fatto di Rod Stewart una delle personalità più importanti nel panorama musicale internazionale e che gli ha permesso e gli permette ancora, nonostante un tumore alla gola, dal quale fortunatamente è uscito “illeso”, di passare con facilità da un genere all’altro. Il jazz, il soul, il funky, il rock, il pop, la dance, niente è impossibile per lui. La voce di Rod Stewart rimane sempre brillantemente intatta e stropicciatissima, perché riesce ad adattarsi a qualsiasi cambiamento. Straordinario performer, sul palco non teme niente e nessuno, conosce al millimetro quello che il suo pubblico si aspetta e vuole da lui e che lui da anni concede, non solo la sua musica e la sua arte, ma anche la sua simpatia, la sua coerenza, a tratti anche la sua fragilità. Un tipico ragazzaccio ancora, dalla faccia piacente, furba ma con una classe innata, gli occhi buoni e ancora vispi, con la vitalità e l’orgoglio della Scozia addosso.

Nato da una famiglia di origini scozzesi Rod Stewart nasce nel sobborgo londinese di Highgate. Da giovane inizia a lavorare come grafico, ma ben presto, quella che per la famiglia Stewart è una passione si rivela nel giovane Rod il vero sogno, ovvero quello di diventare un calciatore. La passione per il calcio, sua e del padre in primis, lo spingono a fare molti provini in questo settore, il primo nel 1960 per il Brentford ma viene amaramente scartato. Messo da parte il sogno di diventare un calciatore, Rod fa i lavori più disparati a partire dal fattorino fino a lavorare nel cimitero di Highgate e come impiegato poi per una ditta di pompe funebri, insomma rimanendo nel campo… Il mondo della musica entra nella vita del giovane Rod, all’età di 14 anni quando il padre gli regala la sua prima chitarra. Si unisce dapprima ad un gruppo di compagni di scuola che avevano formato una band dal nome Kool Kats, ottenendo poi anche un’audizione con il famoso e importante, allora produttore Joe Meek, che però non fu soddisfatto del loro genere musicale e interruppe addirittura lo loro esibizione mettendo fine ai sogni dei ragazzi. Ma non quelli di Rod, però che non si lascia abbattere dalla prima sconfitta e cerca di aprire i propri orizzonti musicali, non solo con il genere definito skiffle, ma Rod scopre anche il folk americano, quello del primo Bob Dylan, di Alex Campbell, di Woody Guthrie.

Partecipa anche alla campagna contro il disarmo nucleare e viene arrestato per ben tre volte durante le manifestazioni di protesta a Trafalgar Square e Whitehall. Nel 1962 c’è l’incontro musicale che gli cambia la vita con il chitarrista folk inglese Wizz Jones che decide di portarlo con sé in tour come corista. Brighton, Parigi, Barcellona ed è proprio qui che Rod Stewart viene arrestato per vagabondaggio ed estradato. La vita di un ragazzaccio, insomma, ma dalla faccia pulita, con quella capigliatura bionda e con quella cresta a forma di gallo che sarà, lo è ancora oggi, il suo marchio di fabbrica. Esteta, piacione, piacente, un talento musicale fuori dal comune e la voglia di mangiarsi il palco. E anche se per il momento la sua carriera musicale non decolla, Rod non si perde d’animo. E dopo aver mollato (o essere stato mollato) i Faces, dopo una parentesi ancora prima con il gruppo del chitarrista Jeff Beck (Jeff Beck group), arriva anche il suo primo album da solista An Old raincoat won’t ever let you down, che ottiene un ottimo successo negli Stati Uniti ma in Gran Bretagna dovrà aspettare il 1971 per essere riconosciuto come artista solista e non più come componente dei Faces. È il brano Maggie May che apre le porte del successo a Rod Stewart e lo fa conoscere a tutta l’Europa.

Da questo momento in poi la carriera di Rod Stewart non si fermerà più. Si trasferisce in America e con il singolo Sailing conferma quanto questo ragazzo sfrontato con il ciuffo biondo sia carico di talento e voglia di stare sul palco. Siamo al 1977 arriva l’album Foot loose & Fancy Free, che contiene brani che diventeranno famosissimi e che ancora oggi sono considerati dei classici nel mondo della musica, da You’re my heart o I was only joking e l’immagine di Rod Stewart inizia a diventare sempre più patinata ma sempre distinguendosi dagli altri. Glam sì, ma alla Rod Stewart. Trucco certo, vestiti luccicanti ma sempre quella faccia da schiaffi che lo ha fatto amare e lo fa amare da tutti. È l’album Blondes Have more fun del 1978 che lo consacra come icona sexy e come uno degli uomini più desiderati del mondo…il singolo Da Ya Think I’m Sexy rimane ancora oggi il brano che più di tutti forse identifica la figura di Rod Stewart, consapevole del proprio sex appeal, consapevole di quanto gli piaccia divertirsi con il sesso ma senza mai prendersi troppo sul serio. Gli anni Ottanta per un artista del suo calibro, diventano anni di sperimentazione e tra un sale e scendi in classifica arrivano presto gli anni Novanta e la collaborazione con Bryan Adams e Sting per la colonna sonora del film I tre moschettieri con il brano All for love. Rod Stewart non sta mai fermo, da questo momento in poi inizia a spaziare dal blues, al rock, al jazz, allo swing, al pop andata e ritorno.

Rod Stewart non sta mai fermo, e tutto quello che tocca sembra diventare oro…La sua voce ha la capacità di trasformare brani storici della musica, le sue non sono più cover ma diventano “canzoni di Rod Stewart”. Capace con il suo trasformismo magnetico e musicale, di rendere famoso un brano del non proprio popolarissimo Tom Waits, tanto che quel Downtown Train diventa più un brano suo. Gli anni duemila sono carichi di album e pieni di successi: riceve la stella sulla Walk of fame di Hollywood, diventa Sir e ogni sua nuova produzione arriva e rimane in classifica. Parliamoci chiaro: Rod Stewart è bellezza pura, in ogni senso. È carica sessuale, voglia di vita, di vivere, di trasmettere questa voglia, di giocare con la propria sensualità, di non prendersi troppo sul serio sempre, di stare accanto alle persone meno fortunate anche, perché Rod Stewart lo fa e da sempre. Di stare accanto a chi ha passato quello che ha passato lui con i suoi due tumori…Insomma dietro quella cresta piena di lacca, c’è ancora oggi, a 79 anni quel ragazzo che nonostante un tumore alla gola, ha mantenuta una voce che è dono di dio ed ha saputo mantenere, nonostante i matrimoni, le donne, e i pettegolezzi, una sua dignità da artista e uomo. Un fiero leone scozzese, un artista a 360 gradi, per questo al Lucca Summer Festival sarà momento storico, un’occasione unica per la musica, un momento pieno di vita, pieno di passione, come da sempre lo è Sir Rod Stewart.

7 Luglio 2024

Condividi l'articolo