L'inchiesta di Treviso

Alex Marangon, dopo l’autopsia si indaga per omicidio: picchiato prima di annegare nel Piave

Cronaca - di Redazione

6 Luglio 2024 alle 16:58

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Il ritrovamento del corpo di Alex Marangon sul greto del fiume Piave
Il ritrovamento del corpo di Alex Marangon sul greto del fiume Piave

Le indiscrezioni emerse venerdì sono state confermate: la morte di Alex Marangon, il 25enne di Marcon, in provincia di Venezia il cui corpo è stato ritrovato il 3 luglio scorso sul greto del Piave, quattro chilometri dal punto in cui era stato visto vivo l’ultima volta, è dovuta a “cause violente e non accidentali”.

A confermarlo è stata la Procura di Treviso in seguito all’autopsia eseguita dal medico legale Alberto Furlanetto, nominato dalla Procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima. Con la svolta provocata dall’autopsia, che ha smentito la prima ipotesi di un suicidio o di una morte legata all’assunzione di allucinogeni, la Procura procede ora per omicidio volontario contro ignoti.

Il giovane, che da alcuni anni lavorava come barista al lago di Caldaro, aveva partecipato poco prima del decesso ad un rituale sciamanico nell’abbazia sconsacrata di Vidor.

L’ipotesi più probabile, ha spiegato il procuratore capo di Treviso Marco Martani, è che Alex Marangon abbia subito una aggressione con un corpo contendente e sia finito in acqua dopo qualche minuto, già in condizioni gravissime, e poi sia annegato nel Piave.

Questo perché la causa della morte, secondo l’autopsia, è legata ad una asfissia terminale da annegamento in un soggetto che aveva già subito gravi lesioni traumatiche in varie sedi corporee: cranio, regione periorbitale sinistra, costole ed arti inferiori. Dall’esame autoptico è emerso che c’era stata pure una emorragia interna polmonare con perdita di almeno 700 cc di sangue.

Lo conferma all’Ansa anche l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste la famiglia Marangon. L’autopsia, secondo l’avvocato, “restituisce un quadro inquietante, quello di una aggressione potente, sfuggente, nel corso di una colluttazione che male si concilia con il caso”. Dai familiari è quindi arrivato un appello alle persone che hanno partecipato al rito affinché parlino di quanto accaduto lì, “più persone sanno quello che è successo”.

di: Redazione - 6 Luglio 2024

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