Nel pool di Borsellino-Falcone

Dossier Mafia-Appalti, l’ex pm Natoli indagato per favoreggiamento e calunnia: avrebbe insabbiato le indagini

Cronaca - di Redazione

3 Luglio 2024 alle 13:46

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L’ex magistrato Gioacchino Natoli
L’ex magistrato Gioacchino Natoli

Gioacchino Natoli, ex pubblico ministero del pool Antimafia di Palermo, quello di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è indagato dalla Procura di Caltanissetta per i reati di favoreggiamento alla mafia e calunnia e ha ricevuto un invito a comparire per essere interrogato.

Il 77enne ex magistrato palermitano, da qualche anno in pensione, è indagato in relazione ad un filone dell’inchiesta mafia-appalti, quella condotta a Palermo agli inizi degli anni ’90 e che potrebbe essere il reale movente dietro i due attentati costati la vita a Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.

A Natoli i pm di Caltanissetta, coordinati dal procuratore capo Salvatore De Luca, contestano di aver insabbiato l’indagine avviata dalla procura di Massa Carrara e confluita nel procedimento mafia-appalti per favorire esponenti mafiosi come l’imprenditore palermitano Antonino Bonura.

Le accuse contro Natoli

Natoli avrebbe agito in concorso, secondo le accuse, con l’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco (nel frattempo deceduto e ritenuto dai pm di Caltanissetta “l’istigatore”) e con l’allora comandante della Guardia di Finanza Stefano Screpanti: i tre avrebbero aiutato i mafiosi Antonino Bonura e Antonino Buscemi, ma anche alcuni imprenditori come Raoul Gardini, Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini (gli ultimi tre al vertice della Ferruzzi, il gruppo agroalimentare che negli anni Ottanta divenne azionista di maggioranza della Montedison, ndr) a eludere le indagini sul proprio conto. Il riferimento è ad un procedimento aperto a Palermo e poi trasferito a Massa Carrara su presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane.

Non solo. Natoli non avrebbe alcuna indagine nei confronti dell’imprenditore Luciano Laghi e dell’imprenditore Claudio Scarafia, “sebbene i due fossero risultati a completa disposizione di Bonura e dei suoi familiari” e avrebbe chiesto l’archiviazione del procedimento “senza curarsi di effettuare ulteriori approfondimenti e senza acquisire il materiale concernente le indagini effettuate dalla Procura della Repubblica di Massa Carrara“. Secondo i pm di Caltanissetta Natoli, “per occultare ogni traccia del rilevante esito delle intercettazioni telefoniche, avrebbe disposto la smagnetizzazione delle bobine e la distruzione dei brogliacci”.

Natoli tirato in ballo dall’avvocato della famiglia Borsellino

Natoli era già stato tirato in ballo dall’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli di Paolo Borsellino, davanti alla Commissione parlamentare antimafia alcuni mesi fa. Già allora, Natoli si difese parlando di “ricostruzione degli avvenimenti distorta e del tutto destituita di fondamento” da parte dell’avvocato, dalla questione della smagnetizzazione delle bobine al sistema mafia-appalti, che per Natoli “prima della collaborazione del collaboratore Angelo Siino, nel 1997”, “era stato soltanto intuito, sfiorato, accennato o intravisto dagli inquirenti, ma non se ne conoscevano struttura, articolazioni e le molteplici sfumature descritte in dettaglio nelle sentenze degli anni Duemila”.

Anche oggi, sentito dall’Ansa, Natoli si difende con decisione dalle accuse. “Sono stato e sono un uomo delle istituzioni e ho piena fiducia nella giustizia. Darò senz’altro il mio contributo nell’accertamento della verità”, le sue parole.

di: Redazione - 3 Luglio 2024

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