L'attentato
Attacco terroristico in Daghestan, raid in chiese e sinagoghe: morti 15 poliziotti, 4 civili e un prete
Il bilancio conta almeno altre sei persone rimaste ferite, quattro terroristi sono stati uccisi. Dopo l'assalto, gli aggressori hanno dato fuoco a due dei luoghi di culto presi di mira
Esteri - di Redazione Web
AGGIORNAMENTO: l’ultimo bilancio dell’attacco terroristico di matrice islamista avvenuta in Daghestan, regione caucasica della Russia, è di 15 agenti, 4 civili e un prete uccisi. Il parroco è stato sgozzato. Almeno quattro i terroristi ammazzati dalle forze di sicurezza. I miliziani dello Stato Islamico hanno preso di mira chiese ortodosse, sinagoghe e stazioni di polizia.
Almeno sette agenti di polizia e un prete ortodosso sono state uccisi da un attacco terrorista a Derbent, nella Repubblica autonoma del Daghestan, nella Russia meridionale, dove un commando di uomini armati ha aperto il fuoco contro una sinagoga, una chiesa e, subito dopo, un posto di polizia stradale tra Derbent e Makhachkala. Dopo l’attentato i terroristi hanno incendiato i due luoghi di culto e che in tutta la zona le squadre antiterrorismo si sono lanciate in una caccia all’uomo per bloccare gli attentatori. Secondo fonti locali, almeno due terroristi sono stati uccisi durante la fuga. Secondo la prima ricostruzione fornita dal ministero dell’Interno del Daghestan, verso le 18 ignoti hanno sparato contro una sinagoga e una chiesa con armi automatiche. I sospettati – fanno sapere gli inquirenti – sono scappati a bordo di una Volkswagen Polo bianca.
Attacco terroristico in una chiesa e una sinagoga del Daghestan
Anche Israele ha seguito da subito con grande preoccupazione tutta la vicenda: l’ambasciata israeliana a Mosca – ha fatto sapere il ministero degli Esteri di Tel Aviv – s’è messa immediatamente in contatto con i leader della comunità ebraica del distretto di Derbent. Secondo fonti israeliane, “per quanto è noto, al momento dell’attacco non c’erano fedeli nella sinagoga“. Intanto, in tutta la Repubblica caucasica il Comitato nazionale antiterrorismo locale ha deciso una mobilitazione eccezionale delle forze dell’ordine specializzate in azioni anti-terrorismo: “Al fine di garantire la sicurezza delle persone, prevenire i crimini terroristici e bloccare le persone coinvolte negli attacchi armati – si legge nella nota del Comitato – il capo della direzione del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb) per il Daghestan ha deciso di imporre le operazioni antiterrorismo“. Una fonte vicina alla polizia locale ha riferito alla Tass che gli autori di questi attacchi “sono membri di un’organizzazione terroristica internazionale“.
Morti un prete e un poliziotto
Già lo scorso 28 ottobre questa Repubblica a maggioranza musulmana era stata teatro di un atto apertamente antisemita: all’aeroporto della capitale, Makhatchakala, decine di persone presero d’assalto la pista e il terminal dopo che era stato annunciato l’atterraggio di un aereo proveniente da Israele, urlando ‘Allah u Akbar’, in quella che era sembrata a tutti una vera a propria caccia all’uomo, con echi sinistri di pogrom. All’epoca, Mosca accusò il governo di Kiev di avere “un ruolo chiave” in quell’azione. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, disse che l’obiettivo dell’Ucraina era quello di “destabilizzare la Russia” provocando divisioni etnico-religiose. “Accuse assurde“, era stata la replica di Washington.