Botte per il tricolore
Autonomia differenziata, rissa alla Camera trasformata in ring: pugni contro il 5 Stelle Donno dai deputati della destra
Politica - di Redazione
L’emiciclo della Camera dei deputati come un ring di pugilato. Effetto della discussione sull’Autonomia differenziata, cavallo di battaglia della Lega: discussione dai toni durissimi, con le opposizioni che hanno lungamente protestato durante i lavori in Aula con cori, cartelli, tricolori sventolati.
Proprio un tricolore ha generato il parapiglia. È quello che il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno ha provato a portare al ministro leghista Roberto Calderoli, il “padre” della riforma. In quel momento il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, come da regolamento sollecita i commessi parlamentari a fermarlo e dichiara la sua espulsione dall’Aula.
Sarebbe finita qui, ma secondo le accuse delle opposizioni, e come sembra dimostrare anche un video che riprende quegli attimi concitati, davanti ai banchi del governo arrivano alcuni parlamentari della destra a dir poco inferociti.
Accerchiano Donno e i commessi parlamentari. Il deputato pentastellato sarebbe stato colpito in particolare da Igor Iezzi, collega della Lega, che lo avrebbe centrato con un pugno. Donno avverte un malore, viene portato via dall’Aula di Montecitorio in sedia a rotelle. Rimane ferito anche un commesso, intervenuto per tentare di riportare l’ordine.
Rissa alla Camera durante la discussione sull’Autonomia, Giuseppe #Conte (#M5S): “Siamo arrivati alle violenze dai banchi della maggioranza Meloni. Hanno aggredito il nostro Leonardo #Donno perché ha portato il tricolore al Ministro Calderoli, perché diciamo no alla secessione… pic.twitter.com/MYB6ztYgTz
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) June 12, 2024
Dopo essersi ripreso, Donno promette denunce: “Ho ricevuto calci e pugni da Iezzi, Candiani, Cangiano. I colpi allo sterno mi hanno tolto il fiato. Sono crollato, faticavo a respirare. Ho avuto paura. Mi hanno dovuto fare sette o otto volte l’elettrocardiogramma. Li denuncerò”. La Lega d’altra parte nega tutto e, anzi, ribalta le accuse: “Contrariamente a quanto riferito da alcuni mezzi di informazione e da alcuni esponenti M5S, è il deputato Donno ad aver aggredito il ministro Calderoli. Il parapiglia generatosi è la conseguenza del comportamento fortemente provocatorio del deputato Donno. Il video dimostra come si sono svolti realmente i fatti”.
Il deputato Iezzi ha poi negato di aver colpito il collega: “Ho provato a dare cazzotti, ma non l’ho colpito. Donno ha tentato di aggredire Calderoli e ho reagito. Io mi allontano e lui dopo cade come una pera. Andrebbe condannata la sua sceneggiata“, ha detto a La Zanzara su Radio 24, parlando poi di “reazione non giustificata ma causata da un motivo“.
Di diverso avviso i commenti arrivati da Nicola Fratoianni e Giuseppe Conte. Il leader di Sinistra Italiana accusa Iezzi, che “ha colpito ripetutamente Donno con dei pugni sulla testa, facendolo stramazzare a terra”. Il presidente dei 5 Stelle parla di “aggressione gravissima e vergognosa, chiediamo provvedimenti seri e immediati. Questo è squadrismo perpetrato all’interno delle istituzioni, infanga la nostra democrazia e qualifica chi lo ha compiuto”.
L’aggressione a Donno era stata preceduta da un primo episodio che fa capire bene il clima in cui è avvenuta le discussione alla Camera. Durante la seduta a Montecitorio era già stato espulso il deputato leghista Domenico Furgiuele, che aveva mimato il gesto della Decima Mas. E alla capogruppo dem Chiara Braga, impegnata nel suo intervento, era stato urlato un perentorio: “Stai zitta”.