L'intervista a "5 minuti"

Chico Forti a Bruno Vespa: “In carcere accolto da Re, il comandante Schettino mi ha detto: sei il mio eroe”

Il giornalista nel carcere di Verona. "Congelato per 24 anni. Se sei convinto della tua innocenza hai la forza di andare avanti, giorno per giorno, non pensi ai 24 anni. Se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita"

Cronaca - di Redazione Web

1 Giugno 2024 alle 16:28

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SCREENSHOT DA RAIPLAY
SCREENSHOT DA RAIPLAY

Continua la grande attenzione mediatica sul caso di Chico Forti: l’imprenditore, ex produttore televisivo trentino, condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike, da poco estradato in Italia e detenuto nel carcere di Verona. È stato intervistato da Bruno Vespa nella sua striscia serale “5 minuti” su Rai 1. Ha descritto la sua detenzione negli USA come se fosse stato “congelato per 24 anni, ma le mie emozioni e la voglia di vivere non sono cambiate”. Chico Forti si proclama da sempre innocente. E lo ha ribadito anche a Vespa: “Si vive proprio per questo: se tu sei convinto della tua innocenza hai la forza di andare avanti, giorno per giorno, non pensi ai 24 anni, io non ci ho mai pensato, ho sempre pensato al giorno successivo. Se credi in te e hai dei principi, trovi la forza di andare avanti, se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita”.

Altro grande appiglio per la sua forza mentale è la madre, 96 anni, che non vedeva da tempo: da 16 anni, e che ha potuto rivedere grazie a un permesso speciale. “È la mia roccia. È stata la mia forza, la mia energia. Lo sguardo dei suoi occhi, normalmente una persona di 96 anni, gli occhi si affievoliscono invece i suoi rimangono, ci puoi vedere i fuochi d’artificio nei suoi occhi, la gioia nel suo sguardo, più di qualsiasi abbraccio o di qualsiasi bacio è stato un momento meraviglioso. E poi mi ha sempre detto che ‘farò di tutto per aspettarti”. Al rientro in Italia Chico Forti è stato accolto dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni prima di essere trasferito al carcere di Rebibbia, a Roma, e poi a quello di Verona. Soltanto uno dei passaggi che hanno scatenato polemiche per la gestione mediatica del caso.

“Il fratello di Dale Pike mi ha aiutato”

Forti ha ringraziato anche il fratello di Dale Pike, la vittima dell’omicidio consumato nel 1998 a Miami per il quale è stato condannato all’ergastolo. Il fratello sostiene da quattro anni la sua innocenza: “Ha fatto dei grandi passi per aiutarmi nel discorso della mia innocenza. Credo che ci sia un momento in ognuno di noi in cui prevale la coscienza. Non mi ha mai attaccato all’inizio, ma neanche difeso. Credo che abbia raggiunto un momento, forse anche per il discorso di mia madre, entrambe le famiglie hanno sofferto tanto, in cui abbia deciso di fare qualcosa di concreto, scrivere al presidente degli Stati Uniti, scrivere al governatore della Florida è un passo importante per la famiglia della vittima”.

L’estradizione e le carceri italiane e americane

Chico Forti ha ricordato il momento in cui gli è stata comunicata la notizia della sua estradizione. “Il primo marzo ho ricevuto una chiamata che ha scombussolato il mio penitenziario, perché mi hanno detto ‘Forti hai una chiamata dalla Casa Bianca – ha raccontato – La prima persona che mi parlò fu l’ambasciatrice italiana a Washington, mi disse ‘sono qui con il presidente Biden e il primo ministro, il primo ministro vorrebbe parlarti’, e mi è stato dato l’annuncio da Giorgia Meloni. L’ho ringraziata indipendentemente da quale fosse il risultato, e lì lei mi ha dato la notizia, ‘siamo finalmente riusciti a convincerlo, torni a casa’”. Un passaggio significativo sulla differenza di trattamento tra le carceri americane e quelle italiane: “Impossibile da descrivere. Nel carcere a Miami vieni umiliato per ogni azione che tu fai ed è fatto per ricordarti che tu sei punito per un qualcosa che hai fatto, perché il principio è che se sei all’interno del carcere qualcosa hai fatto e ti meriti di essere punito”.

L’incontro con il comandante Schettino

“A Rebibbia e qui a Verona ho conosciuto valori che erano 24 anni che non ritrovavo: valori umani, rapporti, rispetto, è una differenza come notte e giorno”, ha continuato Forti. “Mi hanno accolto come un re, ho ricevuto tantissimo rispetto e, una piccola nota, la prima persona che mi ha accolto mi ha detto ‘c’è il comandante che vuole parlarle’, ho pensato che fosse una persona della penitenziaria, invece si presentò Schettino (il comandante condannato per il naufragio della Costa Concordia, ndr) e mi dice: ‘Chico sei il mio eroe’. Mi hanno fatto una spaghettata all’amatriciana: tutto quello che vedi o è San Vincenzo o sono i miei compagni di cella, dagli Stati Uniti sono arrivato senza nulla, nemmeno i calzini”.

1 Giugno 2024

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