Scosse e paura

Cosa fare ai Campi Flegrei, Mario Tozzi: “Invece di andar via abbiamo continuato a costruire, 29 vulcani nascosti”

"Centri eruttivi nascosti da un ospedale, da un ippodromo, e poi da un quartiere e da una città di quasi 80.000 abitanti. Continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Contro le eruzioni esplosive l'unica cosa da fare è andarsene"

News - di Redazione Web - 23 Maggio 2024

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COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE
COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE

Della crisi bradisismica in corso non si può conoscere l’evoluzione, dei terremoti si sa che potrebbero continuare. Il geologo Mario Tozzi, volto tra i più noti ormai della divulgazione scientifica a livello nazionale, con la sua trasmissione Sapiens su Rai3, ha dedicato alle scosse nei Campi Flegrei degli ultimi giorni una serie di riflessioni e dedicherà anche una prossima puntata del suo programma. Di seguito una serie di sue osservazioni, partendo da un interrogativo: “Stiamo facendo prevenzione? I piani di evacuazione sono aggiornati, ma le esercitazioni sono state fatte? Il mezzo milione di cittadini a rischio sa cosa deve fare?”.

Questo si chiedeva in un’intervista a Il Corriere del Mezzogiorno. Descriveva i Campi Flegrei come “il nostro supervulcano”, quello “davvero pericoloso, più del Vesuvio, quello suscettibile di attività devastanti. E ci vivono 500-600mila persone” composto da “29 vulcani e centri eruttivi che sono stati tutti nascosti da un ospedale, da un ippodromo, e poi da un quartiere e da una città di quasi 80.000 abitanti. Solo la Solfatara e gli Astroni appaiono ancora come vulcani. Degli altri ogni traccia è stata cancellata da case, asfalto e cemento”.

Le mani sulla città e i terremoti

La crisi bradisismica in corso dal 2005 e l’accelerazione che ha intrapreso negli ultimi mesi, ha portato a un innalzamento del terreno anche di due centimetri. Come scriveva Tozzi su La Stampa, il quotidiano con cui collabora: “Un panorama complicato che avrebbe dovuto vedere maggior rispetto: cittadini non disposti a costruire ovunque, amministratori inclini a far rispettare le regole, a non tollerare i primi abusi e ad abbatterli, uno Stato che curi le regioni a rischio in maniera adeguata. Il rischio vulcanico ai Campi Flegrei non dipende solo dal supervulcano, dipende soprattutto da noi”.

Le ipotesi del governo

E invece “continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Piuttosto che persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire”. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, al termine del vertice a Palazzo Chigi presieduto dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato l’ipotesi di sostenere chi vorrebbe trasferirsi altrove: ci vorrebbero 500 milioni di euro per la messa in sicurezza. Ci vivono 80mila persone. 1.250 case a elevato rischio sismico nella cosiddetta zona rossa, 2.750 a medio rischio.

Cosa fare ai Campi Flegrei

“L’eccessiva antropizzazione del territorio, che andava impedita in passato, oggi crea problemi ai fini del piano speditivo di evacuazione” per questo “ora approveremo una norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo”, aveva aggiunto il ministro. Se da una parte è vero che i monitoraggi – su terremoti, rigonfiamento della crosta terrestre, cambiamenti di composizione e di temperatura delle fumarole – possono prevedere anche 72 ore prima un’eruzione, è anche vero che i piani per come sono fatti oggi fanno sorgere il dubbio che la cittadinanza sappia come agire. “Contro i terremoti costruire bene ti salva la vita, ma contro le eruzioni esplosive a nulla serve e l’unica cosa da fare è andarsene”.

23 Maggio 2024

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