Il direttore Ingv Doglioni
Terremoti ai Campi Flegrei: “Non possono essere fortissimi, come in Irpinia o in Centro Italia”
La paura per le scosse di ieri sera. "Però sono superficiali per cui danno uno scuotimento maggiore a parità di magnitudo"
News - di Redazione Web
Per quello che vale, nell’indeterminatezza dell’imprevedibilità per quello che riguarda questo tipo di fenomeni, una notizia forse utile a non scadere ulteriormente nel panico. A Radio Anch’io, trasmissione di Rai Radio 1 il direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, geologo, ha commentato la situazione nell’area dei Campi Flegrei dopo le scosse di terremoto di ieri sera che hanno provocato panico e paura nella popolazione. In tantissimi sono scesi in strada, alcuni hanno lasciato la zona. A preoccupare soprattutto la scossa di magnitudo 4.4, la più forte da quarant’anni a questa parte. La crisi bradisismica in corso è partita nel 2005.
“La dimensione e l’energia di un terremoto dipendono dalla dimensione del volume e quindi delle faglie che permettono la rottura. Faccio un esempio, il grande terremoto del Tohoku, di magnitudo 9, ha rotto la crosta per circa 600 chilometri. Nei Campi Flegrei al massimo la rottura può essere di quattro, cinque chilometri, per cui non ci può essere un terremoto di grande energia nei Campi Flegrei, non ci possono essere eventi tipo il terremoto dell’Irpinia o del 2016 in Centro Italia, che sono mille volte più energetici. Questi terremoti però sono superficiali per cui danno uno scuotimento maggiore a parità di magnitudo”.
- Terremoti a Napoli, cosa sta succedendo ai Campi Flegrei: le scosse, il panico in strada, il bradisismo, scuole chiuse
- Campi Flegrei, dopo le scosse l’avvertimento dell’Ingv: “Ci aspettiamo terremoti più forti, bradisismo raddoppiato”
- Come è fatta la caldera dei Campi Flegrei: lo studio fino a 6 chilometri di profondità
- Campi Flegrei, cosa succederebbe in caso di eruzione: il terremoto e le ceneri in tutta Europa
“Il bradisismo è un fenomeno di respiro della terra – ha aggiunto Doglioni – , legato alle attività profonde della struttura del vulcano dei Campi Flegrei. È un vulcano attivo, è un vulcano vivo. Di conseguenza il sollevamento che sta generando la pressione in profondità dei fluidi e di una probabile lente di magma ad alcuni chilometri di profondità, questo determina un sollevamento, e il sollevamento determina a sua volta la rottura delle rocce sovrastanti che sono più fredde e che determina appunto i terremoti. Siccome questo sollevamento è in corso nelle prossime settimane e mesi, perché oramai sono parecchi mesi che vediamo una lenta accelerazione del movimento, siamo intorno ai due centimetri al mese, nell’‘83, ‘84, allora il sollevamento è stato anche di nove centimetri al mese. Stiamo parlando di velocità molto più basse”.
Cosa sono i Campi Flegrei
Campi Flegrei deriva dal greco, significa “campi ardenti”, a segnalare la natura vulcanica dell’area popolata da fumarole – note quelle della Solfatara di Pozzuoli – e acque termali già sfruttate in epoca antica. L’area include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Se il Vesuvio è caratterizzato da un unico edificio vulcanico, i Campi Flegrei sono caratterizzati da diversi centri vulcanici che si trovano all’interno e in prossimità di un’area depressa denominata caldera. Per questa ragione vengono definiti spesso, in via informale, “supervulcano”.
Cos’è il bradisismo
L’area è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, noto anche come risorgenza calderica, causato da gas e fluidi molto caldi. Un movimento lento di sollevamento o di abbassamento del suolo che si verifica in aree vulcaniche ma che non segnala necessariamente l’approssimarsi di un’eruzione. Secondo la principale ipotesi il magma in profondità rilascia quantità di vapore che riscalda le rocce che dividono il magma dal suolo e causa deformazioni nel terreno, scosse e la fuoriuscita di vapore e gas vulcanici dalle fumarole.
Lo sciame sismico in corso
Uno sciame sismico era stato segnalato già questa mattina, la scossa principale era stata di magnitudo 2.3 alle 8:50. “Si tratta di uno sciame sismico con i terremoti più forti, il primo di magnitudo 3.5 mentre, in secondo in via preliminare che abbiamo rilevato è stato di magnitudo 4.4. Abbiamo, poi, registrato altri sisma di potenza minore”, ha dichiarato a Il Mattino il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito. “Finché durerà il sollevamento del suolo, prodotto dalla deformazione crostale, la sismicità continuerà, anche con magnitudo simili alle precedenti o anche maggiori, compatibilmente con la natura e l’estensione delle strutture vulcano-tettoniche coinvolte”, osservava Di Vito in una recente intervista a Il Corriere del Mezzogiorno. Di Vito spiegava come non si possa escludere un’eruzione nel golfo ma anche che al momento non esistano evidenze della presenza di magma ai livelli più superficiali della crosta terrestre.