I retroscena

Storia del Partito Comunista Italiano: lo scontro tra Occhetto e Tortorella

Tortorella ha negato di avere mai chiesto incontri a Gorbaciov, ma ricordando che la sua posizione, era sempre stata lontanissima dall’amicizia con l’Unione Sovietica. Tortorella definisce una menzogna quella riferita da Occhetto.

Politica - di Redazione Web

14 Maggio 2024 alle 15:30

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Storia del Partito Comunista Italiano: lo scontro tra Occhetto e Tortorella

Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci e primo segretario del Pds, in una intervista al Corriere della Sera ha sostenuto che pochi giorni dopo la svolta della Bolognina (il discorso del novembre 1989 nel quale Occhetto stesso annunciò l’intenzione di sciogliere il Pci) tre altissimi dirigenti del partito chiesero di incontrare il presidente sovietico Gorbaciov per chiedergli di scomunicare Occhetto e la sua svolta.

Secondo Occhetto, i tre dirigenti del Pci che tentarono il colpo erano Pietro Ingrao, capo storico della sinistra del partito, Aldo Tortorella, berlingueriano, e Armando Cossutta, capo dell’ala stalinista filosovietica.

Ingrao e Cossutta sono morti. Di Ingrao si sa che dagli anni Sessanta in poi fu uno strenuo avversario dei sovietici. Tortorella è ancora vivo, ha superato da un po’ i novant’anni ed è perfettamente lucido e ha buona memoria. Ieri Tortorella ha preso carta e penna e ha scritto una lettera molto adirata al Corriere.

Non solo negando nel modo più fermo e assoluto di avere mai chiesto incontri a Gorbaciov, ma ricordando che la sua posizione, come quella di Ingrao, era sempre stata lontanissima dall’amicizia con l’Unione Sovietica. Tortorella definisce una menzogna quella riferita da Occhetto.

E rivendica la scelta che fecero nel 1989 lui e Ingrao di opporsi allo scioglimento del Pci per il timore che con quella decisione si distruggesse una comunità politica che aveva sempre garantito al paese posizioni progressiste, pacifiste e di sinistra. Oggi scomparse.

Occhetto e Tortorella sono due dei colonnelli storici di Berlinguer. Tortorella è più anziano, ha 97 anni e da ragazzino ha partecipato alla clandestinità. Occhetto è di otto anni più giovane. Negli anni 60 fu a lungo il capo dei giovani comunisti. Toccò a lui, a 28 anni, guidare il corteo funebre di Togliatti.

Due anni dopo, nel 1966, all’XI congresso del Pci – che fu un congresso di scontro duro – Occhetto e Tortorella facevano parte della minoranza ingraiana, che si opponeva alla maggioranza di Longo e Amendola.

Non voleva l’accordo coi socialisti (Amendola aveva proposto la fusione) e guardava invece al mondo cattolico conciliare e ai movimenti giovanili pre-sessantotto come possibili alleati. Amendola era su posizioni riformiste, Ingrao di critica severa al capitalismo. Ed era anche su posizioni nettamente antisovietiche.

Occhetto e Tortorella però all’ultimo momento uscirono dalla minoranza ingraiana, e successivamente divennero berlingueriani (Enrico Berlinguer in quel congresso non si schierò). Negli anni successivi sono stati più o meno sempre dalla stessa parte nel gioco delle correnti del Pci.

Forse la rottura avvenne quando, secondo molte ricostruzioni, una specie di congiura dei giovani (i quarantenni e i cinquantenni) rovesciò Natta dalla segreteria del partito e mise al suo posto Achille Occhetto.

14 Maggio 2024

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