L'attività sismica

Campi Flegrei: altre scosse nella mattina a Napoli, quando finiranno i terremoti e la crisi bradisismica

La scossa di magnitudo 2.9. "Finché durerà il sollevamento del suolo, prodotto dalla deformazione crostale, la sismicità continuerà". Più di 1.200 terremoti nel solo mese di aprile

News - di Redazione Web

13 Maggio 2024 alle 10:28

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Terremoto a Napoli, scossa vicino al Vesuvio. L’Osservatorio Vesuviano: “Nessun legame con i Campi Flegrei”

Ancora una scossa nella zona dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli: alle prime ore della giornata, alle 3:30, una scossa di magnitudo 2.9. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) il sisma si è verificato a una profondità di soli tre chilometri. L’epicentro è stato localizzato a due chilometri da Pozzuoli. Non risultano danni a persone o cose. Soltanto venerdì scorso la stessa area era stata interessata da due scosse di magnitudo 3.6 e 3.7, entrambe localizzate in mare. “Finché durerà il sollevamento del suolo, prodotto dalla deformazione crostale, la sismicità continuerà, anche con magnitudo simili alle precedenti o anche maggiori, compatibilmente con la natura e l’estensione delle strutture vulcano-tettoniche coinvolte”.

Queste le parole di Mauro Antonio Di Vito, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, in un’intervista a Il Corriere del Mezzogiorno. La crisi bradisismica in corso ha causato 1.252 terremoti soltanto nel mese di aprile, 989 localizzati. Alcuni anche nel golfo, in mare, come le scosse di venerdì scorso, a una profondità massima di quattro, cinque chilometri e nei primi tre chilometri. “Il mare non è un limite geologico e i terremoti avvengono nell’intero settore crostale sottoposto a deformazione, all’interno dell’area della caldera”.

Non si può escludere un’eruzione nel golfo ma Di Vito ha spiegato nell’intervista come al momento non ci siano evidenze sulla presenza di magma nei livelli più superficiali della crosta terrestre, non ci sarebbero state risalite di magma verso la superficie secondo i dati di monitoraggio. L’Istituto aveva già spiegato come “non c’è al momento nessun segnale di un’imminente eruzione dei Campi Flegrei” dopo il documentario allarmista prodotto dalla RSI Svizzera dal titolo “Napoli, il Supervulcano che minaccia l’Europa”, in cui si vedeva la città sommersa di cenere e attraversata dalle fiamme. Le scosse di venerdì scorso sono state avvertite quasi in tutta la città di Napoli non hanno causato danni a persone o cose ma hanno contribuito a tenere alta la tensione. La popolazione non si è abituata a vivere quotidianamente con l’attività sismica, comprensibilmente.

Cosa sono i Campi Flegrei

Campi Flegrei deriva dal greco, significa “campi ardenti”, a segnalare la natura vulcanica dell’area popolata da fumarole – note quelle della Solfatara di Pozzuoli – e acque termali già sfruttate in epoca antica. L’area è include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Se il Vesuvio è caratterizzato da un unico edificio vulcanico, i Campi Flegrei sono caratterizzati da diversi centri vulcanici che si trovano all’interno e in prossimità di un’area depressa denominata caldera. Per questa ragione vengono definiti spesso, in via informale, “supervulcano”.

Cos’è il bradisismo

L’area è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, noto anche come risorgenza calderica, causato da gas e fluidi molto caldi. Un movimento lento di sollevamento o di abbassamento del suolo che si verifica in aree vulcaniche ma che non segnala necessariamente l’approssimarsi di un’eruzione. Il suo meccanismo non è stato ancora completamente compreso: secondo la principale ipotesi il magma in profondità rilascia quantità di vapore che riscalda le rocce che dividono il magma dal suolo e causa deformazioni nel terreno, scosse e la fuoriuscita di vapore e gas vulcanici dalle fumarole.

Le crisi bradisismiche

L’area ha fatto registrare due crisi importanti crisi bradisismiche, a inizio anni ’70 e a inizio anni ’80, entrambe accompagnate da intense attività sismiche. Il suolo, nell’abitato di Pozzuoli, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3 metri e mezzo. Dopo le crisi si è protratto un periodo di generale subsidenza fino al 2005 quando è partito un nuovo movimento di sollevamento del suolo che risulta al momento ancora in atto. La crisi attuale è in corso dal 2005.

13 Maggio 2024

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