Cercava di salvare delle vite
Nave Mare Jonio, i libici sparano e il governo italiano la multa: “Meloni non ci fai paura”
Cronaca - di Redazione Web
Appena 48 ore dopo il salvataggio di 58 persone nella zona Sar libica sotto una pioggia di proiettili della guardia costiera libica, alla Mare Jonio arriva il fermo e la multa. Gli operatori della nave della ong Mediterranea, secondo quanto appreso dall’Ansa, sarebbero accusati “di aver istigato la fuga dei migranti per sottrarsi alla guardia libica”. La nave era a Pozzallo. In mattinata è arrivato il provvedimento di fermo: “Le Autorità hanno appena notificato al comandante e all’armatore di Mediterranea Saving Humans il provvedimento con multa fino a 10mila euro e fermo amministrativo della nave, sulla base di accuse false della cosiddetta guardia costiera libica”. Lo si legge in una nota di Mediterranea Saving Humans.
Perché la Mare Jonio è stata fermata
“Difronte all’azione criminale della cosiddetta Guardia costiera libica, che ha cattura e deporta uomini, donne e bambini in Libia, difronte a un’operazione di soccorso, il governo italiano, nonostante la Mare Jonio sia stata fatta oggetto di raffiche di mitra da miliziani che usano una motovedetta donata dal governo italiano nel 2018 per fare questo sporco lavoro, ha risposto sanzionando la Mare Jonio”. Lo ha detto in conferenza stampa Luca Casarini, capo missione della ong Mediterranea, a proposito del fermo amministrativo di 20 giorni disposto nei confronti della nave Mare Jonio. “Questo provvedimento dice che è colpa della Mare Jonio se queste persone sono sfuggite dai loro carcerieri libici – ha proseguito Casarini -. Questo fermo amministrativo è una cosa vergognosa e inaccettabile da parte del governo italiano”. “Il governo italiano invece di proteggere una nave italiana appoggia azioni criminali producendo una rappresaglia”.
“E’ un sistema che punta a un respingimento di massa di persone che chiedono asilo, di gente che scappa da una situazione terribile – aggiunge – Il comportamento della cosiddetta guardia costiere libica in Mare è stato criminale, lo abbiamo documentato, e il governo italiano invece di proteggere un’imbarcazione che peraltro batte bandiera italiana appoggia queste azione criminali producendo una rappresaglia: 20 giorni di fermo per aver fatto il nostro dovere e ciò che è giusto dal punto di vista dell’umanità”. “Naturalmente noi non ci fermiamo qui – prosegue Casarini – quello che abbiamo fatto in Mare lo continueremo a fare anche a terra per combattere contro questa vergogna. La cosiddetta guardia costiera libica ha sparato addosso a dei soccorritori italiani e a persone che erano in acqua e stavano per affogare: questa è la vera natura di quello che sta accadendo nel Mediterraneo centrale”.
Il messaggio a Meloni di Luca Casarini: “Non ci fai paura, continueremo”
“Lancio un messaggio dalla Mare Jonio alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: non ci fai paura, questi provvedimenti non ci fanno paura. Noi continueremo a pensare che è giusto salvare vite, noi continueremo!”. Così Luca Casarini durante la conferenza stampa online convocata dalla Ong Mediterranea Saving Humans a bordo della Mare Jonio. Il comandante e l’armatore di Mediterranea hanno ricevuto un provvedimento di fermo amministrativo di 20 giorni e una multa di 10mila euro dopo il soccorso di alcuni migranti in Mare e l’aggressione a fuoco da parte della guardia costiere libica.
“Abbiamo deciso di fare questo collegamento dalla Mare Jonio come risposta immediata a questa rappresaglia vergognosa condotta dal governo italiano perché, voglio ricordare che questi provvedimenti non passano al vaglio di alcuni giudice, li decide il ministro dell’Interno Piantedosi. E’ Roma che prende queste decisioni vergognose che sono uguali all’assegnazione di porti lontani: tutto è fatto per tenere il Mediterraneo libero da testimoni, libero da chi vuole aiutare persone in difficoltà, e quindi a disposizione delle scorribande di milizie armate libiche che vengono pagate con milioni e milioni di euro per bloccare esseri umani che chiedono aiuto. Se non ci fosse stata la Mare Jonio avremmo avuto o altri deportati o altri morti in Mare”.
Cosa è successo alla Mare Jonio: lo scontro con i libici in mezzo al mare
“La permanenza a bordo di una motovedetta libica, e abbiamo le prove fotografiche, vuol dire stare in ginocchio con la testa china mentre ti frustano in testa e sulla schiena”. Così l’equipaggio della Mare Jonio, durante la conferenza stampa online convocata dalla Ong Mediterranea Saving Humans a bordo della nave, racconta il salvataggio di alcuni migranti e le aggressioni della guardia costiere libica. “Alcune persone riportavano segni delle violenze subite a bordo della motovedetta da parte dei carcerieri libici che noi abbiamo potuto testimoniare – aggiungono – Un ragazzo sulla ventina aveva una ferita in testa perché mentre si trovava in acqua cercando disperatamente di restare a galla, i libici lo colpivano in testa con il calco del fucile”.
Sono stati momenti difficili. L’equipaggio ha avuto un coraggio enorme ma le persone più coraggiose sono stati quelli che si sono gettati in mare pur di scappare dai libici, è stato un salvo verso la libertà”. Così il capo missione della Mare Jonio Denny Castiglione intervenendo alla conferenza stampa online. “Questo è solo un nuovo punto di partenza – aggiunge – Queste sentenze, questi verbali, ci danno solo più forza per ricominciare, per ripartire, per salvare ancora più persone. Da una parte c’è un’imbarcazione che porge salvagenti, dall’altra parte ci sono fruste e mitra, e siamo noi quelli colpiti da un fermo amministrativo: è inaccettabile”.