Il film nelle sale

May december, il film di Todd Haynes contro i pregiudizi

Un’unica pluriclasse, con bimbi dai 7 ai 10 anni, sul punto di chiudere. È questa la grande sfida del maestro elementare interpretato da Antonio Albanese. “Il senso dello stare insieme va ritrovato”

Cinema - di Chiara Nicoletti

30 Marzo 2024 alle 15:33 - Ultimo agg. 4 Aprile 2024 alle 15:33

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May december, il film di Todd Haynes contro i pregiudizi

È un invito a togliersi di dosso la rassegnazione per provare ad essere protagonisti del proprio destino Un mondo a parte, nuovo film del regista campione d’incassi Riccardo Milani appena uscito nelle sale, che ritrova Antonio Albanese suo protagonista, dopo ben quattro film insieme, per una storia ambientata in una scuola di un paesino abruzzese.

Con accanto Virginia Raffaele nel ruolo della vicepreside tuttofare di Rupe, vicino Pescasseroli (nella realtà Opi), Un mondo a parte vede Albanese nel ruolo di un maestro elementare, che stanco della vita frenetica di Roma, si “rifugia” nel piccolo mondo antico della periferia per poi scoprire la realtà di una scuola composta da un’unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, sul punto di chiudere.

Da nuova avventura in un piccolo mondo antico a corsa contro il tempo per evitare la scomparsa dell’ultimo tassello a tenere in vita il nucleo di un microcosmo fondamentale. Racconta Milani il suo primo incontro con l’idea di questo film: “Un giorno d’inverno di due anni fa, sono entrato in una scuola chiusa da tempo. Banchi accatastati, computer vecchi, un gelo che arrivava allo stomaco e, nella persona che mi aveva aperto la porta e guidava nel giro, la totale e serena rassegnazione a un destino inevitabile. Conosco bene quella rassegnazione e come sia sempre stato complicato, qui, togliersela di dosso. È stato in quel momento che è cominciato Un mondo a parte e in quella scuola abbandonata abbiamo girato tutto il film facendola, per un paio di mesi, riprendere vita”.

A Pescasseroli, nei luoghi del film, la stampa cinematografica è stata ospitata per entrare dentro l’atmosfera della pellicola, di grande ispirazione e accoglienza per Milani, Raffaele e Albanese. Il regista prende la parola per presentare il suo lavoro, partendo dal cinema che lo ospita: “Sono felice di introdurre questo film in un cinema di 160 posti, dedicato a Ettore Scola che ne era un frequentatore assiduo, grazie a Silvia Scola di averci dato questa possibilità”.

Tanti i temi affrontati da Milani in Un mondo a parte, dalla precarietà delle istituzioni e del sistema scolastico, alla sistemica dimenticanza che si attua nei confronti di certi luoghi d’Italia, che siano quartieri o piccoli paesi, lasciati in un angolo e destinati a scomparire.

Un film politico dunque? Non conferma ma argomenta il regista: “Penso che si faccia un’operazione utile quando si racconta un paese in tutti i suoi aspetti, anche quelli peggiori: qui c’era da raccontare un modello, una realtà a cui porre uno sguardo attento. Sono territori che spesso non conosciamo, non sappiamo che succede dal lunedì al venerdì, nella vita vera. Da queste comunità arriva un segnale di possibilità, integrazione, che qui è nei fatti, non è ideologia e non ha la politica dietro. Qui si superano facilmente le divisioni, le differenze, è una soluzione concreta. La concretezza e la semplicità – conclude – due valori a cui guardare con attenzione”.

Nella riflessione di Milani interviene il co-sceneggiatore Marco Astori sottolineando di “aver raccontato un mondo che può diventare metafora dei ‘mondi a parte’. Questo racconto di Rupe è l’Abruzzo ma non solo, sono le comunità che resistono, i quartieri che resistono. Può diventare metafora di tante situazioni”.

Dopo Mamma o papà?, i due Come un gatto in tangenziale, Grazie Ragazzi, si può facilmente affermare che Antonio Albanese non è solo attore feticcio di Milani, come alcuni hanno affermato, ma addirittura suo alter ego davanti alla macchina da presa: “Alter ego forse è un parolone ma ne Il gatto in tangenziale il personaggio di Antonio sono io che inseguo mia figlia mentre in questo film lui rappresenta il mio sguardo su questo territorio”.

Elogia il suo regista Antonio Albanese partendo proprio dall’esperienza di Un Mondo a parte: “Io sono anche spettatore, parto sempre dal desiderio di realizzare un qualcosa che apprezzo e di cui condivido le intenzioni.  Quanto ci sia di me in un personaggio non mi interessa quasi mai, mi butto e inseguo quell’obiettivo. È il quinto film con Riccardo perché è riuscito ancora una volta a trattare argomenti necessari, fondamentali, con la sua nobile leggerezza che io condivido. Non cerca il cinema modaiolo, forzatamente estetico, è onesto. C’è l’ironia che ogni tanto viene e che riesce a focalizzare di più l’attenzione sul tema. Poi mi lascia sempre fare quello che voglio ed è bellissimo”.

È proprio il piglio ironico di Riccardo Milani l’anello di congiunzione con Virginia Raffaele che da sempre la mette in campo come cifra stilistica in commedia e dramma: “L’ironia è un gioco di contrasti, dove metti ironia punti la luce sulla malinconia. Questo film mi ha dato una grande possibilità di costruire un personaggio tridimensionale. Anche io ho un amore particolare per il sottofondo malinconico che ho ritrovato in questo personaggio”.

Guardare alla vita in un altro modo, questo fanno gli abitanti di Opi diventata cinematograficamente Rupe e come loro tante altre comunità sofferenti e virtuose nel loro culto del silenzio e la vita di comunità.

Come si può recuperare questo sentimento per contrastare frenesia e rassegnazione che ci coinvolgono? Ricorda Milani: “C’è una battuta che dice Agnese, il personaggio di Virginia, davanti al suo paese abbandonato: ‘ci siamo abituati a perdere un pezzo dopo l’altro in questo paese, poi ci siamo abituati al peggio e questo è la cosa più brutta che un essere umano possa fare’. Penso che questa sia una distorsione del nostro tempo e bisognerebbe alzare la testa ogni tanto e non lasciare che le cose vadano così. Quando c’è una necessità, la comunità deve intervenire. Se la comunità è forte, si scavalca tutto. Questo è un segnale”.

Da un’iniziativa organizzata da Alice nella Città, in collaborazione con Medusa Film, Milani ha accompagnato nelle scuole il film nel corso di un tour di anteprime che in quattro giorni, dal 12 al 15 marzo, ha coinvolto circa 1600 studenti e 95 professori di 12 istituti scolastici dei comuni di Frascati, Monte Porzio Catone, Monterotondo, Mentana, Senigallia, Pesaro e Cagli.

Ne è nato un video di contributi, ricco delle reazioni dei ragazzi alle tematiche del film. Tra le necessità impellenti emerse dal video, quella di cambiare una normativa che impedisca la chiusura delle scuole dei piccoli centri per il mancato raggiungimento di un numero standard di iscritti.

“La mia attenzione va sulla scuola – rimarca Virginia Raffaelepalestra per diventare esseri umani. Da lì che si costruiscono gli esseri umani per un futuro migliore. Bisognerebbe avere un’educazione civile”. Un film ha il potere di cambiare la società? “Il cambiamento mi sembra tanto, in passato ha influenzato il costume – commenta Milani – credo però che un film possa porre uno sguardo attento e critico sulla realtà”.

30 Marzo 2024

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