Parla il flanker azzurro

Intervista a Sebastian Negri, terza linea dell’Italrugby: “Siamo un bel gruppo e vogliamo confermarci. Ma dobbiamo lavorare per migliorare, tenendo i piedi per terra”

Dopo un brutto infortunio e la delusione del mondiale giocato in Francia lo scorso ottobre, il numero 6 della Nazionale ovale è stato protagonista nell'ultimo 6 Nazioni. Dalle origini in Zimbabwe al tricolore cucito sul petto, 'Seb' parla da leader: "Sento di avere una responsabilità nei confronti dei compagni di squadra più giovani"

Interviste - di Andrea Aversa - 19 Marzo 2024

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Intervista a Sebastian Negri

È nato 30 anni fa a Marondera in Zimbabwe. In occasione della serie uscita su Netflix6 Nazioni full contact‘ ha raccontato di come la sua famiglia è stata vittima degli espropri messi in atto dal Presidente Robert Mugabe nei confronti dei proprietari terrieri bianchi. In pratica, Sebastian Negri insieme ai genitori, ai fratelli e alla sorella, rimase senza casa e fu costretto a lasciare il paese. Sarà stata questa esperienza ad avergli dato quella determinazione e quella combattività che tutti abbiamo potuto ammirare. Terza linea, flanker del Benetton Treviso e della Nazionale italiana. Numero 6 sulle spalle, quello che un tempo era destinato ai ‘guardiani del lato chiuso’. Oggi il rugby è cambiato, non ci sono lati chiusi e lati aperti, ci sono un campo da coprire, spazi da conquistare, metri da percorrere. E il giocatore moderno deve avere la capacità di essere dovunque.

Chi è Sebastian Negri

Queste sono alcune delle caratteristiche di Sebastian ‘Seb‘ Negri. Lui è quello che in gergo viene definito un ‘ball carrier‘, ovvero quel giocatore che per caratteristiche riesce a portare la palla avanti, guadagnando metri in avanzamento e rompendo il muro difensivo avversario. Dall’alto dei suoi 197 centimetri per circa 110 chili di peso, Negri è uno di questi giocatori. Il flanker è anche dotato di un’ottima dinamicità oltre che di una particolare attitudine al placcaggio. Doti che lo rendono un player ovale moderno a tutti gli effetti. Sempre in occasione della serie Netflix, ‘Seb’ ha raccontato quanto sarebbe potuto costargli l’infortunio subito durante il 6 Nazioni dello scorso anno, contro l’Inghilterra. Ad oggi, dopo gli straordinari risultati raggiunti giorni fa, possiamo affermare che ogni preoccupazione è passata.

L’intervista a Sebastian Negri per l’Unità

Ciao Sebastian, innanzitutto complimenti per lo straordinario 6 Nazioni appena giocato. È stato emozionante. Partiamo da qui: cosa è cambiato dall’eliminazione dall’ultimo mondiale agli straordinari risultati di qualche settimana fa?

Penso che abbiamo costruito qualcosa di speciale negli ultimi due anni. Siamo rimasti molto delusi dalla Rugby World Cup e volevamo guadagnarci rispetto e credibilità dopo il torneo. Dovevamo assumerci la responsabilità come squadra e presentarci di nuovo al 6 Nazioni con convinzione. Penso che questo gruppo abbia acquisito più esperienza e ora abbiamo un buon equilibrio tra giovani giocatori entusiasmanti e giocatori con esperienza. Questo equilibrio è molto efficace. Penso anche che le franchigie (Benetton e Zebre, ndr) si siano comportate bene ed era importante che noi giocatori portassimo quelle prestazioni nel 6 Nazioni. Siamo un gruppo molto unito e questo gruppo sta insieme da un buon periodo di tempo e crediamo l’uno nell’altro e nell’obiettivo da raggiungere insieme“.

Già con il coach precedente si era intravista un’Italia più propositiva in attacco ma ancora fragile in difesa e incapace di reggere 80 minuti da un punto di vista fisico. Con Quesada c’è stato un cambiamento tattico e di preparazione fisica o è stata solo un’evoluzione di mentalità e consapevolezza?

Ci sono stati alcuni cambiamenti nel modo in cui giochiamo con Gonzalo. Vuole che attacchiamo e giochiamo, sempre con un buon rugby, ma anche con un approccio più equilibrato. Dobbiamo essere più conservatori, a volte, e anche gestire meglio la partita, un aspetto sul quale abbiamo lavorato. Inoltre stiamo utilizzando meglio il gioco al piede e questo ci aiuta. Vogliamo ancora migliorare ed essere una squadra imprevedibile in fase offensiva, ma anche una squadra con buoni fondamentali come la difesa, il gioco al piede, i raggruppamenti e i calci piazzati. L’ambiente che abbiamo è buono e rappresenta un’ottima base da cui partire. C’è un rapporto speciale tra giocatori e staff e abbiamo tutti un obiettivo e uno scopo comune“.

Le armi in più dell’Italia, secondo me, sono state: una difesa pazzesca, molta attenzione sulla disciplina, grande pulizia sui punti di incontro, progressi sulle fasi statiche, soprattutto in touche e molta concentrazione e determinazione per tutti gli 80 minuti: è d’accordo?

Abbiamo fatto grandi passi avanti in questo 6 Nazioni, ma ora il prossimo passo per questa squadra è la costanza nelle prestazioni e nei risultati. Abbiamo una squadra giovane ed entusiasmante, ma abbiamo anche molte cose da migliorare, quindi è importante continuare a lavorare duro, tenere i piedi per terra e inseguire la coerenza di cui ho parlato“.

Come è stato partecipare alla serie Netflix dedicata al 6 Nazioni?

È stato fantastico far parte della serie Netflix e credo che sia davvero positivo per il rugby. Mostra alla gente i sacrifici che fanno i giocatori di rugby e dà alle persone uno sguardo sulla nostra vita lontano dal campo, il che è interessante. Questa serie può solo aiutare a far crescere il gioco, e ciò rappresenta un aspetto molto importante. Penso che sia stato davvero entusiasmante essere coinvolto“.

Siete un gran bel gruppo, avete creato l’aspettativa di una conferma degli ultimi risultati conquistati sul campo: quali sono gli obiettivi futuri della Nazionale?

Il futuro e gli obiettivi, come ho detto, sono di rimanere umili e perseguire la coerenza. Abbiamo mostrato alla gente cosa possiamo fare come gruppo, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare. Vogliamo essere una squadra coerente nelle prestazioni e nei risultati. È entusiasmante fare parte di questo gruppo e sicuramente il futuro è luminoso, ma dobbiamo tenere i piedi per terra“.

E cosa c’è nel futuro di Sebastian Negri?

Il futuro per me è pensare solo una stagione alla volta. Sono molto contento della vita in Nazionale e anche nella Benetton Rugby. Come sai, sono uno dei giocatori con più esperienza (55 presenze, ndr), quindi ho la responsabilità di essere un leader per i giovani giocatori e di essere una spalla su cui possono appoggiarsi nei momenti buoni e anche in quelli cattivi. Ho un ruolo importante nella squadra e continuerò a provarci ogni giorno per assicurarmi di dare il meglio che posso“.

19 Marzo 2024

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