Il trionfo
Cos’è la Cutitta Cup: il trofeo vinto dall’Italia del rugby nel match contro la Scozia per il 6 Nazioni
Ieri la partita in uno stadio Olimpico di fuoco. L'omaggio per il campione, poi allenatore, scomparso
Sport - di Andrea Aversa
Una meta alla volta, l’Italia del rugby sta diventando qualcosa di bello. Una squadra che non sa solo difendere contro avversari più forti e blasonati, ma che con la palla in mano ha imparato a fare male. La vittoria di oggi all’Olimpico (la prima casalinga dopo 11 anni di astinenza) sulla Scozia per 31-29, con un finale di partita per cuori fortissimi, ne è la conferma. Il Sei Nazioni 2024, se non è il miglior torneo di sempre nella storia dell’Italrugby, poco ci manca. Dopo la sconfitta di misura con l’Inghilterra e lo storico pareggio, con rimpianti, in Francia, gli azzurri hanno fatto finalmente bottino pieno. Contro gli Highlanders era il terzo scontro in 12 mesi: dopo aver perso a tempo scaduto sia nel Sei Nazioni 2023 sia nel test match di luglio prima della Coppa del Mondo in Francia, gli azzurri bramavano fortemente il nono successo di sempre sulla squadra (tra quelle partecipanti al torneo) con cui l’Italia ha avuto più spesso la meglio. La vittoria su di loro mancava dal 2015 (all’Olimpico addirittura dal 2012), oggi quella maledizione è stata spezzata.
6 Nazioni 2024: l’Italia batte la Scozia all’Olimpico
Il ct Gonzalo Quesada, che in terza linea recuperava Negri, lancia dal primo minuto il debuttante Louis Lynagh, figlio dell’australiano Michael, campione del mondo nel 1991. Il suo rivale (privo di Tuipulotu, infortunato) conferma invece dodici quindicesimi della formazione vittoriosa sull’Inghilterra. Caricati dall’Inno di Mameli eseguito dalla Banda dell’Esercito e da un’Olimpico senza più un seggiolino libero, Lamaro e compagni sbloccano il risultato con la punizione di Garbisi dopo appena un minuto; tuttavia la Scozia nei successivi 11′ mette a segno due mete con Fagerson e Steyn, entrambe trasformate da Russell, il cui piede sarà una croce per l’Italia durante tutta la partita. L’Italia non rinuncia a giocare e a far vedere quell’atteggiamento propositivo che tanto piace ai tifosi: Garbisi e Brex accorciano le distanze, prima che il piazzato di Russell e la meta di Schoeman ricordino all’Italrugby il potenziale scozzese e la costringano ancora a inseguire. La meta annullata a Horne a inizio ripresa galvanizza gli azzurri: prima il giovane Lynagh segna i suoi primi cinque punti in Nazionale, poi Varney lo imita ispirato da una grande azione di Vintcent.
Italia – Scozia: all’Olimpico in scena il 6 Nazioni di rugby
Dieci punti a cui si sommano i tre della trasformazione di Garbisi: l’Italia a metà secondo tempo è sopra 28-22, e appare più solida anche in difesa. Quesada intanto ha sparigliato le carte con cinque cambi, tra cui il rientrante Lorenzo Cannone, infortunatosi a febbraio contro l’Inghilterra. L’ultimo quarto d’ora è da pelle d’oca, con gli azzurri che lottano con le unghie e con i denti e la Scozia, avvelenata, che grazie a Skinner e Russell si porta due punti sotto (31-29). Tuttavia la diga azzurra tiene, e a fine gara il capitano, Michele Lamaro, può sorridere: “Stiamo crescendo, venivamo dalle ottime partite con Inghilterra e Francia – esordisce a Sky Sport -. Altre volte saremmo calati nella prestazione, ma oggi no: siamo cresciuti fino alla fine, con compostezza e precisione. È stata una partita incredibile“. Lamaro fa i complimenti a tutti, e ricorda che c’è ancora il Galles (“Partita fondamentale“) da affrontare “per chiudere il Sei Nazioni nel migliore dei modi“. Oggi la Scozia è stata “anche un po’ fortunata nei primi 20 minuti“, aggiunge, “noi avremmo dovuto mettere più pressione, ma a inizio ripresa ci siamo resi conto che facendo le cose fatte bene avremmo potuto vincere“. E così è stato.
6 Nazioni di rugby: le reazioni dopo la vittoria dell’Italia contro la Scozia
“Oggi la Scozia era una squadra durissima da affrontare. Non abbiamo avuto fortuna all’inizio. La prima meta la subiamo per un rimbalzo sfortunato e poi arrivano altre due mete molto difficili. Noi però non abbiamo mollato e abbiamo avuto qualche sequenza di attacco molto interessante e questo mi fa un piacere enorme. Sono felice per i giocatori che fanno un lavoro enorme e adesso devono godere di questo momento“. Così Gonzalo Quesada ct della Nazionale italiana di Rugby commenta lo storico successo sulla Scozia nel Sei Nazioni. Poi un occhio al futuro, per cui questa vittoria può essere un punto di inizio: “Avevo detto in una precedente conferenza stampa che questa squadra avrebbe fatto parlare di lei. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma quello che oggi è stato positivo è che non abbiamo mai perso la nostra identità. Siamo andati molto meglio rispetto a quanto fatto con l’Inghilterra e la Francia e abbiamo ancora margini per migliorare. Sarà durissima in Galles, ma spero che potremo fare un passo in più perchè questa squadra ha l’opportunità di arrivare non è mai arrivata“.
Cutitta Cup: cos’è il trofeo vinto dall’Italia del rugby contro la Scozia al 6 Nazioni
È così l’Italia ha conquistato la Cutitta Cup, trofeo messo in palio – appunto – proprio tra gli azzurri e la Scozia. Ma cos’è la Cutitta Cup: il trofeo vinto dall’Italia del rugby nel match contro la Scozia per il 6 Nazioni? La coppa è nata, in accordo tra le due federazioni, nel 2022. In quell’anno, è stata messa per la prima volta in palio e da allora, è stata conquistata dalla nazionale scozzese. Tranne ieri, quando Lamaro e compagni, al termine di un grande match che ha scaldato il cuore dei tifosi italiani, sono riusciti a riportare a casa il trofeo dedicato a Massimo Cuttita. Quest’ultimo è stato un giocatore di rugby italiano che una volta smesso è diventato allenatore. E per anni è stato il coach della mischia scozzese.
Chi è Massimo Cutitta
Nato a Latina nel 1966, Cutitta è stato tra quei giocatori che ha vissuto il passaggio dal dilettantismo al professionismo. Quando, infatti, ha chiuso la carriera con la nazionale italiana, l’Italia aveva fatto il suo ingresso nel 6 Nazioni. Era l’anno 2000. Cutitta giocava pilone ed ha indossato la maglia azzurra per 69 volte, per 10 anni. Ha giocato e vinto, a livello di club, con il Milano. Questo il suo palmares: 4 campionati e una Coppa Italia con i club, una campionato europeo con l’Italia (nel 1997, prima che la Nazionale entrasse a far parte del 6 Nazioni). Da giocatore ha avuto anche un’esperienza nella Premiership inglese tra le fila degli Harlequins e una convocazione nei Barbarians. Quando appese le scarpette al chiodo, divenne specialista tecnico della mischia. Così ottenne il prestigioso incarico di allenatore degli avanti della Scozia. Ha allenato i giocatori scozzesi dal 2009 al 2015. Nel 2021 è deceduto a causa di una complicazione respiratoria causata dal covid.