Il caso a Trigoria
Video intimo rubato da un calciatore a una dipendente della Roma, il club la licenzia: “Incompatibilità ambientale”
Sport - di Redazione
Unico club di Serie A guidato da una donna, la Ceo greca Lina Souloukou, la AS Roma rischia di finire in tribunale con l’accusa di aver licenziato una sua dipendente per “incompatibilità ambientale” dopo che la stessa aveva visto diffondersi tra calciati e dipendenti del club un suo video intimo.
A raccontare la vicenda che vede coinvolto la società con sede a Trigoria, il quartier generale del club di proprietà di Dan e Ryan Friedkin, è Il Fatto Quotidiano.
Il video intimo diffuso da un calciatore
La vicenda risale allo scorso autunno quando un giovane calciatore della Primavera giallorosso chiede alla dipendente, una 30enne che da circa 10 anni lavora nel club della capitale, il suo smartphone in prestito per poter chiamare il proprio agente.
Il giovane calciatore non si limita a quello: inizia a spulciare tra foto e immagini del dispositivo fino a quando si imbatte in un video della dipendente col fidanzato, un filmato intimo che decide di condividere con altri calciatori e componenti dello staff, fino ad arrivare forse anche a qualche dirigente.
Il licenziamento della dipendente
Di fronte all’emergere del caso, il club riunisce il settore giovanile e il calciatore della Primavera autore del “furto” e della diffusione del filmato sarebbe scoppiato in lacrime, confessando di aver condiviso per primo il video.
Il problema, come rileva il Fatto Quotidiano, è che il club a novembre decide di interrompere unilateralmente il rapporto di lavoro con l’impiegata vittima della gravissima violazione della privacy. Questa la lettera riportata dal giornale e firmata da Lorenzo Vitali, responsabile legale del club, la versione della società.
“È stato portato all’attenzione della direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente la ritrae nel compimento di atti sessuali. Purtroppo ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società”. Quindi la decisione: licenziamento considerata “l’incompatibilità della prosecuzione del suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell’attività della società” e riconoscimento del pagamento dell’indennità per il mancato preavviso
Il caso in tribunale
Una mossa incomprensibile per la dipendente del club giallorosso, che ha deciso di affidarsi ad un avvocato, Francesco Bronzini, per trascinare la Roma in tribunale: non ha avuto alcun risultato infatti il tentativo di imbastire una trattativa col club per il reintegro della sua assistita.
L’avvocato ora contesta alla società di non aver tutelato la dipendente da comportamenti illeciti: tra l’altro il giovane calciatore protagonista della vicenda, all’epoca dei fatti minorenne, non sarebbe stato sospeso o sottoposto a provvedimenti.
La nota della Roma sul caso
Dopo un iniziale “no comment” alla vicenda, dalla Roma è arrivata una nota con la versione della società sulla vicenda. Il club giallorosso parla di “inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento” perché, dichiara in una nota, “il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni”.
Secondo il club della famiglia Friedkin fad oggi “i fatti sarebbero stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento”. “Peraltro – scrive ancora la società – nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative”. Quanto al furto del video, però, la società non dice nulla.