I crolli a Napoli

Perché Napoli sprofonda, le voragini al Vomero e via Pietro Castellino: cosa sta succedendo

Cronaca - di Redazione Web

6 Marzo 2024 alle 22:01

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Perché Napoli sprofonda, le voragini al Vomero e via Pietro Castellino: cosa sta succedendo

Nelle ultime settimane la cronaca di Napoli riporta spesso di apertura di voragini più o meno grandi. Sono 8 i casi di sprofondamento delle strade che si sono verificati a cavallo della chiusura del 2023 e dell’apertura del nuovo anno. Le ultime in via Morghen al Vomero e via Pietro Castellino all’Arenella. Per fortuna per il momento non ci sono state vittime, ma i danni ci sono e non riguardano solo il traffico. Cosa sta succedendo in città? In realtà il fenomeno è molto antico e succede periodicamente. Probabilmente sarà impossibile risolvere il problema ma almeno prevenirli.

La voragine a via Pietro Castellino

L’ultima notizia di una voragine è di martedì 5 febbraio in via Pietro Castellino, all’Arenella, nella trafficatissima zona degli ospedali. Si è aperta una voragine larga quasi un metro al centro della strada. Subito la strada è stata interdetta al traffico in un senso di marcia.

La voragine di via Morghen al Vomero

Pochi giorni prima, mercoledì 21 febbraio, un albero e due macchine sono sprofondate in una voragine larga una decina di metri e profonda cinque in via Morghen nel popoloso quartiere Vomero. Un’auto era parcheggiata sul alto della strada, l’altra era in transito con a bordo due ragazzi. Fortunatamente nessuno si è fatto male. Ma da allora gli abitanti del condominio in prossimità della voragine non possono tornare a casa perché devono essere ultimati gli ultimi controlli per la sicurezza.

Perché si formano le voragini a Napoli

La città di Napoli è soggetta allo sprofondamento improvviso del suolo per la sua conformità e per la sua storia. Le voragini sono chiamate tecnicamente sinkholes antropogenici (in italiano conosciute anche come “doline”) e sono dovute principalmente alla presenza di un’estesa e fitta rete di cunicoli nel sottosuolo e all’insufficiente rete di smaltimento dell’acqua piovana e delle acque fognarie.

Sul sito dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, si legge la spiegazione di questo fenomeno: “Le voragini che si aprono nel centro urbano di Napoli sono chiamate in linguaggio tecnico sinkholes antropogenici e sono noti in città da molti secoli. Questi sinkholes sono ricondotti per lo più al crollo di volte di cavità sotterranee realizzate, sin dai greci, per l’estrazione di materiali da costruzione, ed in particolare del tufo giallo Napoletano, e per usi idraulici. Attraverso l’escavazione del sottosuolo è stata realizzata nell’arco del tempo un’estesa rete di gallerie, nel centro storico di Napoli, e cunicoli che potrebbero indurre pericolo per la sicurezza della città”.

E ancora: “Gli ambienti ipogei sono conosciuti e mappati dagli Enti locali tuttavia, potrebbero emergere nel tempo ulteriori cavità sotterranee sconosciute. In particolare, durante l’intensa espansione edilizia degli anni ’50-’70, si è costruito un tessuto continuo di strutture urbane al di sopra di dette gallerie, non sempre preceduto da indagini tecniche dettagliate. Non sono rari i casi di edifici realizzati con fondazioni dirette al di sopra di reti ipogee a scarsa profondità ed in condizione di potenziale pericolo”.

ISPRA censisce le voragini che si originano a Napoli e ha realizzato una banca dati che parte dall’inizio del novecento all’attuale e che conta centinaia di casi di sinkholes. I sinkholes censiti hanno permesso di produrre numerose cartografie tematiche (mappe di densità e di suscettibilità) che hanno definito i quartieri e i settori più sensibili della città. Le mappe sono ferme al 2012. La scorsa settimana il comune di Napoli ne ha commissionato un nuovo studio per ottenere una mappatura tridimensionale del sottosuolo. Saranno utilizzati strumenti come i georadar, cioè dispositivi che consentono di individuare oggetti e strutture nel sottosuolo grazie alla riflessione delle onde elettromagnetiche. Inoltre sarannon incrociati i dati della memoria storica per ricostruire esattamente cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere nel futuro del sottosuolo di Napoli.

Storia delle voragini a Napoli

Secondo al ricostruzione fatta da Il Post, la prima censita è del 1728, quando durante un’alluvione si aprì un’enorme voragine nel quartiere Sanità. Poi nei tre anni dal 1966 al 1969 furono segnalate oltre 60 tra voragini e crolli. Morirono in totale 11 persone, ci furono anche 400 feriti oltre a migliaia di sfollati.

6 Marzo 2024

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