L'incontro

Mattarella: “Il presidente non è un sovrano, firmare leggi non significa condividerle”

Politica - di Redazione Web

5 Marzo 2024 alle 20:33

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Mattarella: “Il presidente non è un sovrano, firmare leggi non significa condividerle”

L’incontro di Sergio Mattarella con i vertici della Casagit, la cassa sanitaria giornalisti, è stata l’occasione per parlare di libertà di stampa e fare una riflessione sui poteri attribuiti dalla Costituzione al Presidente della Repubblica. Mattarella ha sottolineato l’importanza della libertà di stampa: “È fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti. Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo”.

Poi Mattarella ha allargato la sua riflessione ai poteri che la Costituzione assegna al capo dello Stato: “Vorrei cogliere l’occasione – ha detto – per far notare che frequentemente il presidente della Repubblica viene invocato con difformi e diverse motivazioni. C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: ‘Il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata’, oppure: ‘il Presidente della Repubblica ha firmato quella legge e quindi l’ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria’. Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa”.

“Quando firmo una legge faccio il mio dovere – ha aggiunto – Sarebbe grave se uno dei poteri – e tra questi anche Presidente della Repubblica – pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato. Fortunatamente il presidente non è un sovrano”: “e questo è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell’armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza — in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese — di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che — ha precisato ancora — nessun altro può sottrarre per farlo proprio”.

5 Marzo 2024

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