Lista di proscrizione da Kiev
Zelensky annuncia la sua lista di “putinisti” italiani: da Kiev chiede di “zittirli” e di “cancellare i visti”
Dopo le liste di proscrizione dei “putinisti” del Corriere della Sera, tocca ora a quelle stilate direttamente da Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, reduce dal G7 ospitato a Kiev a due anni dall’invasione russa del Paese, con la presidenza di turno che spettava all’Italia, chiede di “zittire i filo-putiniani”.
Le sue parole, riportate dai giornalisti presenti nel punto stampa col leader ucraino, sono a tratti inquietanti. Zelensky inizialmente ringrazia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che “senza dubbio sostiene l’Ucraina, l’ho appena incontrata in veste di presidente del G7 e abbiamo anche firmato l’accordo di cooperazione bilaterale. Le siamo immensamente grati”.
- La Transnistria “vuole” la Russia, la regione separatista moldava chiede l’annessione: è il nuovo fronte di Putin?
- Guerra in Ucraina, Michel insiste e ignora il campo: “Esiste un solo piano A, la vittoria di Kiev sulla Russia”
- Cosa sta succedendo in Ucraina, l’avanzata della Russia e la nuova mappa della guerra
Le liste dei putiniani italiani di Zelensky
Poi si lascia andare e, rispondendo in particolare ai cronisti italiani, attacca a testa bassa. “Sappiamo che in Italia ci sono tanti filo-putiniani e in Europa anche”.
La richiesta da parte di Zelensky è di “cancellare i loro visti”, soprattutto “se non potete darmi difese aeree”. Il presidente ucraino non fa nomi, ma aggiunge che “prepareremo una loro lista, non solo riguardo all’Italia, da presentare alla Commissione europea”. Si tratta di “propagandisti filo-russi, affaristiche che hanno connessioni profonde con la Russia e aggirano le sanzioni”.
“Riuscirete a zittirli? – chiede il leader di Kiev – Riuscirete a fare capire alle vostre opinioni pubbliche che la Russia non è solo una minaccia per l’Ucraina, ma per tutti voi? Le società europee sono pronte a questa sfida? Vedo che non lo siete ancora, voi italiani i tedeschi e gli altri”.
Il conflitto in #Ucraina visto da #Zelensky. Sull’Italia dice: “Meloni è con noi. Ma da voi molti filo #Putin“. E rispondendo ad una domanda del #Tg1 aggiunge: “Dovete cancellare i visti. Prepareremo una lista”.
Andrea Luchetta pic.twitter.com/CIAOXtiejL
— Tg1 (@Tg1Rai) February 25, 2024
Parole che fanno sorgere interrogativi: finché infatti le liste di proscrizione le scrive il Corriere della Sera, ci si può passare sopra. Ma se a proporle è il capo di Stato di una nazione che aspira ad entrare nell’Unione Europea e nella Nato, i dubbi sono ben diversi.
Gli altri temi della conferenza
La conferenza con la stampa internazionale serve a Zelensky per mostrare il volto più ottimista dell’Ucraina, scomparso dalle narrazioni occidentali dopo il fallimento della controffensiva, i successi militari russi nel Donbass e lo scoppiare del conflitto tra Israele e Hamas, che ha posto in “secondo piano” la guerra a Kiev.
I morti di Kiev
Nel punto con i cronisti Zelensky ha affermato che in due anni di guerra sono stati 31mila i soldati ucraini morti in battaglia, contro i circa 180mila russi. Numeri notevolmente più bassi, quelli resi noti dal presidente ucraino, rispetto a quelli rilanciati dai principali analisti internazionali.
La nuova controffensiva ucraina
Ancora sul tema più propriamente “bellico”, Zelesky prevede “un nuovo massiccio attacco russo a fine maggio o in estate”, ma anche “la controffensiva ucraina” di cui “abbiamo un piano”. Piano di cui non vuole discutere pubblicamente, spiega il leader di Kiev, perché la controffensiva della scorsa estate è fallita anche perché “i russi avevano il piano sulla scrivania prima che iniziasse”, un riferimento agli errori di comunicazione del governo, che aveva sbandierato la volontà di attaccare mesi prima dell’effettiva partenza dell’offensiva.
La cacciata di Zaluzhny
Zelensky visibilmente più rigido e teso quando i giornalisti gli chiedono conto dei motivi della cacciata di Valery Zaluzhny, ex generale a capo delle forze armate ucraine sostituito recentemente con Oleksandr Sirsky.
Una rimozione che in molti hanno associato non solo ai noti dissidi tra i due sulla gestione del conflitto e dell’esercito, ma anche dai timori del presidente per la crescente popolarità dell’alto ufficiale, dato in predicato di un possibile impegno in politica. Zelensky ha seccamente risposto che “queste sono nostre decisioni interne”.