In primo grado 30 anni
Femminicidio di Carol Maltesi, ergastolo in Appello per Davide Fontana: riconosciute le aggravanti
Cronaca - di Redazione
Da 30 anni di carcere all’ergastolo. I giudici della Corte d’Assise di Appello di Milano hanno deciso per il massimo della pena nei confronti di Davide Fontana, l’ex bancario di 44 anni imputato per aver ucciso, l’11 gennaio del 2022, la fidanzata 26enne Carol Maltesi nella sua abitazione di Rescaldina (Milano), per poi liberarsi del corpo fatto a pezzi tra le montagne di Borno (Brescia), dove erano stati ritrovati in quattro sacchi di plastica nel marzo del 2022.
La condanna all’ergastolo e le aggravanti
Fontana in primo grado era stato condannato a 30 anni di reclusione. I giudici di Appello hanno riconosciuto nei confronti del bancario e blogger l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, che erano cadute in primo grado, oltre che per la distruzione e l’occultamento di cadavere. Le motivazioni saranno rese note tra 30 giorni.
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Le scuse in aula di Fontana
Prima della lettura della sentenza Fontana era intervenuto in aula con delle dichiarazioni spontanee, durate un paio di minuti. Prendendo parola il 44enne aveva voluto chiedere “scusa a tutti per la cosa orribile che ho fatto, in particolare ai genitori di Carol, soprattutto a suo figlio. So che sembro distaccato quando parlo, invece provo grande dolore e grande sofferenza e ogni giorno penso a quello che ho fatto. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alle mie azioni”.
“Dei soldi non mi interessa nulla e il mio Tfr l’ho dato al figlio di Carol. Non so se potrò mai essere mai perdonato per quello che ho fatto, darei veramente la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni ad aiutare gli altri“, aveva quindi concluso Fontana.
Il risarcimento al figlio
La Corte lo ha condannato anche al risarcimento di 168mila euro alla madre di Carol Maltesi (in primo grado il risarcimento era stato di 50mila euro) e 180mila euro al figlio di 7 anni della donna uccisa.
Le parole dei familiari di Carol Maltesi
“Onestamente non me l’aspettavo. Nessuno ha diritto di togliere la vita in questa maniera. Sono felice, non vedo l’ora di chiamare mia sorella che è in ospedale, per questo non è qui. Sono felice“. Così Anna Milazzo, la zia di Carol Maltesi, ha commentato tra le lacrime la sentenza d’Appello con cui Fontana è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della 26enne.
“Ci speravamo, sì, ma non ci contavo molto. Sono venuta a chiedere conferma perché non ci credevo“, ha aggiunto la donna. “Ci speravamo, soprattutto dopo che la difesa stamattina ha buttato fango su mia nipote, sulla tomba“, ha aggiunto la zia di Carol Maltesi, riferendosi a un passaggio dell’arringa difensiva in cui l’avvocato Stefano Paloschi ha parlato della lapide ancora provvisoria della 26enne nel cimitero di Sesto Calende in cui è sepolta. “Doppiamo inasprire tutte le sentenze e dobbiamo fermare questi femminicidi. Non si uccide per amore. Questa qui non è certo una persona ignorante, è una persona colta. Per 70 giorni che se l’è tenuta lì, lui sapeva benissimo che il papà viveva in Olanda, che la madre era invalida a casa. Sapeva che nessuno sarebbe andato a cercarla. Oggi è un giorno di giustizia per mia nipote, per mia sorella, per tutti”