Usa for Africa

We Are The World, la rivalità tra Prince e Michael Jackson e tutte le curiosità sulla canzone protagonista del documentario Netflix

Il lungometraggio spiega come e perché è nata l'idea di mettere insieme 40 star della musica. Personaggi che hanno fatto la storia, proprio come il brano inciso (non senza difficoltà). I retroscena e il tratto 'umano' dei protagonisti che ha reso davvero emozionante la visione. Infine, la dedica a chi tra loro - oggi - non c'è più

Spettacoli - di Andrea Aversa - 15 Febbraio 2024

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We Are The World, dalla rivalità tra Prince e Michael Jackson tutte le curiosità sulla canzone protagonista del documentario Netflix

Sta avendo un grande successo il documentario ‘We Are The World, la notte che ha cambiato il pop‘, il lungometraggio è tra i contenuti più visti sulla piattaforma streaming Netflix. Il film ha celebrato la nascita dell’omonima canzone, avvenuta il 28 gennaio 1985. Il documentario ha mostrato la genesi e i motivi che hanno spinto artisti e produttori a dar vita a un momento (anzi alla notte) che ha cambiato la storia della musica. L’idea è stata di uno dei produttori televisivi e discografici più importanti di sempre: Ken Kragen.

Perché e come è nata We Are The World

Quest’ultimo, sulla scia del Live Aid organizzato da Bob Geldof, volle organizzare l’iniziativa Usa for Africa per raccogliere fondi per il continente devastato da fame e carestia. Una particolare emergenza era in corso in Etiopia. Ma Kragen voleva coinvolgere quante più star possibili e così si rivolse a Lionel Richie, in quel momento uno dei musicisti più famosi al mondo. Quest’ultimo fu subito d’accordo e decise di chiamare uno dei produttori e jazzisti più noti di sempre: Quincy Jones.

Ken, Lionel, Quincy e Michael

È stato proprio Jones a suggerire a Richie di scrivere la canzone che avrebbe dovuto convincere altri 38 artisti, insieme a Michael Jackson. Si, proprio lui, il ‘Re’ del pop. Jackson non ci ha pensato due volte e insieme all’amico, intonando con la voce gli accordi mentre Richie li creava al pianoforte, nacque la base musicale di We Are The World. Le parole giunsero in seguito. A quel punto bisognava mettere in moto la macchina organizzativa. Una demo del brano fu spedita a tutti gli artisti ai quali fu dato appuntamento agli A&M Recording Studios di Hollywood dopo la premiazione dei Grammy Awards (gli oscar della musica). Era l’unico modo per avere già tutti insieme i musicisti, nello stesso posto: Los Angeles.

L’organizzazione e i tecnici

Per registrare la canzone che ha venduto 20 milioni di copie e raccolto 80 milioni di dollari, devoluti per vari progetti umanitari in Africa, i tecnici hanno dovuto svolgere un gran lavoro. Innanzitutto, disporre gli artisti in base al timbro della loro voce e rispetto a chi cantava i cori o le parti soliste (hanno inciso stando tutti insieme in una stanza). E poi, ed è stato questo il gran lavoro svolto dal ‘Direttore’ Jones e dal ‘Capitano’ Richie, mettere tutti d’accordo ma con disciplina. Iconica la scritta messa nera su bianco sopra un foglio affisso sulla porta della sala d’incisione: “Lascia il tuo ego fuori la porta“.

Al-Jarreau, Stevie, Ray, Bruce, Bob, Cyndi, Diana e Dionne

Goliardici ed emozionanti i momenti che hanno raccontato i comportamenti dei singoli musicisti e del rapporto che è nato tra loro. Le bottiglie di vino ordinate e stappate da Al Jarreau (che era un pò su di giri al momento della registrazione), i siparietti tra Stevie Wonder (che originariamente avrebbe dovuto scrivere lui la canzone ma non avendo risposto al telefono, ‘costrinse’ Lionel Richie a rivolgersi a Michael Jackson) e Ray Charles, l’imbarazzo di Bob Dylan, superato grazie al lavoro certosino di Quincy Jones (che ha preteso che ognuno degli artisti cantasse con il proprio stile adattandosi a tutti gli altri), la voce di Bruce Springsteen (tra gli intervistati all’interno del documentario), gli orecchini di Cyndi Lauper che davano fastidio all’audio e la delicatezza e passione di Diana RossDionne Warwick.

Il verso swahili e la rivalità tra Michael Jackson e Prince (con il gran rifiuto di quest’ultimo)

Infine, alcuni aneddoti. Wonder avrebbe voluto registrare un verso in swahili, un idioma africano. La cosa fece infuriare Waylon Jennings che decise di abbandonare il gruppo. Nel documentario è stato anche spiegato perché Prince nonostante la presenza della sua batterista Sheila E. e la chiamata di Richie, si rifiutò di partecipare al grande evento. Da un lato il grande chitarrista aveva in ballo una sorta di rivalità con Jackson, dall’altro avrebbe voluto incidere un assolo di chitarra ma da solo. La riusposta di Richie fu molto chiara: “No, mi dispiace. Siamo qui tutti insieme in una stanza. Se vuoi registrare il pezzo devi farlo con tutti noi“. E alla fine non se ne fece più nulla. La stessa Sheila E., capendo che forse era stata più un’esca per Prince che una prima scelta, decise di abbandonare la nave.

Benvenuta We Are The World

Alla fine, dopo circa otto ore di lavoro, risate, litigi, incomprensioni, pianti ed emozioni, le star guidate da Quincy Jones riuscirono nel loro intento e registrarono la canzone. We Are The World era nata e con loro una nuova famiglia, fatta di cantanti, tecnici, musicisti e produttori. Una notte che ha cambiato la storia della musica e migliorato la vita di migliaia di persone in Africa.

Tutti gli artisti che hanno partecipato all’incisione di We Are The World

Cantanti solisti

Lionel Richie
Stevie Wonder
Paul Simon
Kenny Rogers
James Ingram
Tina Turner
Billy Joel
Michael Jackson
Diana Ross
Dionne Warwick
Willie Nelson
Al Jarreau
Bruce Springsteen
Kenny Loggins
Steve Perry
Daryl Hall
Huey Lewis
Cyndi Lauper
Kim Carnes
Bob Dylan
Ray Charles

Coristi

Dan Aykroyd
Harry Belafonte
Lindsey Buckingham
Mario Cipollina
Johnny Colla
Sheila E.
Bob Geldof
Bill Gibson
Chris Hayes
Sean Hopper
Jackie Jackson
La Toya Jackson
Marlon Jackson
Randy Jackson
Tito Jackson
Waylon Jennings
Bette Midler
John Oates
Jeffrey Osborne
Anita Pointer
June Pointer
Ruth Pointer
Smokey Robinson

15 Febbraio 2024

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